LATINA – Si chiamerà Provincia di Frosinone-Latina e sorgerà in luogo delle attuali due Province del Basso Lazio, il nuovo ente previsto dal decreto-legge emanato dal Presidente della Repubblica (e ora pubblicato sul sito dell’Upi, l’Unione Province Italiane).
LE NOVITA’ – Il decreto recante “Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane” stabilisce che diviene capoluogo di provincia il comune, tra quelli già capoluogo di provincia, avente maggior popolazione residente, in questo caso Latina, salvo il caso di diverso accordo, anche a maggioranza, tra i medesimi comuni.
SEDE DEGLI ORGANI – Gli organi delle province – recita ancora il decreto Salva Italia – avranno sede esclusivamente nel comune capoluogo di provincia e non possono essere istituite sedi decentrate. Inoltre ai fini di una funzionale allocazione degli uffici periferici delle amministrazioni statali lo Stato promuove forme di consultazione e raccordo con gli enti locali interessati.
Sono queste alcune delle disposizione destinate a cambiare radicalmente lo stato attuale: “Con lo schema di decreto-legge in esame – SI LEGGE NELLA RELAZIONE INTRODUTTIVA – viene disegnato il nuovo assetto delle province nelle regioni a statuto ordinario, procedendo così al completamento di un iter di riordino che ha preso avvio con l’articolo 23 del decreto-legge n. 201 del 2011, noto come decreto “Salva-Italia”, nel quale i profili investiti sono stati gli organi di governo e le funzioni delle province”. Proprio sulla legittimità di quest’ultimo è stata chiamata ad esprimersi la Corte Costituzionale sui ricorsi promossi da 8 Regioni tra cui il Lazio. Secondo i ricorrenti la norma in questione viola gli articoli 5, 114 e 118 della Costituzione.
LA GIUNTA HA DUE MESI DI VITA – “Nelle medesime province a decorrere dal 1° gennaio 2013 la giunta è soppressa e le relative competenze sono svolte dal presidente della provincia, che può delegarle ad un numero di consiglieri provinciali non superiore a tre.
Nei casi in cui in una data compresa tra la data di entrata in vigore del presente decreto e il 31 dicembre 2013 si verifichino la scadenza naturale del mandato degli organi delle province oppure la scadenza dell’incarico di commissario straordinario delle province nominato ai sensi delle vigenti disposizioni o altri casi di cessazione anticipata del mandato degli organi provinciali ai sensi della legislazione vigente, è nominato un commissario straordinario per la provvisoria gestione dell’ente fino al 31 dicembre 2013″.
LE ELEZIONI – La data delle elezioni per la costituzione degli organi delle nuove province è fissata dal Ministro dell’Interno in una domenica compresa tra il 1° e il 30 novembre dell’anno 2013. Entro il 30 aprile 2013 le province oggetto di riordino procedono alla ricognizione dei dati contabili ed economico-finanziari, del patrimonio mobiliare, incluse le partecipazioni, e immobiliare, delle dotazioni organiche, dei rapporti di lavoro e di ogni altro dato utile ai fini dell’amministrazione, a decorrere dal 1° gennaio 2014, delle province istituite. I risultati di tali adempimenti sono trasmessi, entro il medesimo termine di cui al primo periodo, al prefetto della Provincia.
I DIPENDENTI – Il passaggio dei dipendenti di ruolo delle province pre-esistenti a quelle istituite ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera a), avviene nel rispetto della disciplina prevista dall’articolo 31 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Decorsi trenta giorni dall’avvio dell’esame congiunto con le organizzazioni sindacali rappresentative del settore interessato, in assenza dell’individuazione di criteri e modalità condivisi, le province adottano gli atti necessari per il Passaggio di ruolo dei dipendenti. Le relative dotazioni organiche saranno rideterminate tenendo conto dell’effettivo fabbisogno.
PREOCCUPATI I SINDACATI – Intanto i sindacati sulla questione chiedono un confronto tra gli attori istituzionali. La decisione del Consiglio dei ministri relativa al riordino delle province, che nel Lazio Prevede l’accorpamento di Viterbo e Rieti, Frosinone e Latina, e l’istituzione della città metropolitana apre uno scenario nuovo che deve essere necessariamente oggetto di una seria discussione fra gli attori istituzionali, politici e sociali». dichiarano i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Lazio Claudio Di Berardino, Tommaso Ausili e Luigi Scardaone. «Un ragionamento che non riguardi soltanto le funzioni pubbliche e la quantità e qualità dei servizi offerti, ma anche la riorganizzazione del lavoro, l’impiego del personale, la tutela dei suoi diritti. Il tema centrale è la crescita e lo sviluppo dei territori tenuto conto che si parla anche di riorganizzazione delle prefetture, delle questure, delle camere commercio e di altri enti»