LATINA – Ore di attesa per Latina sul fronte del riordino delle Province. Domani, martedì 6 novembre, la Corte Costituzionale esaminerà i dieci ricorsi presentati per far dichiarare l’incostituzionalità dell’art.23 della legge cosiddetta Salva Italia. Il ricorso della Regione Lazio n.44/2012, è supportato dalla Provincia di Latina seguita dalla Provincia di Frosinone e Viterbo oltre che dall’Upi.
E se il Presidente della Provincia di Latina, Armando Cusani ha definito la legge in questione un vero e proprio attentato alla Costituzione, minacciando di restituire la tessera al Pdl che l’ ha votata, il numero uno di Via Costa alla vigilia dell’appuntamento davanti alla Consulta argomenta sull’inutilità del Salva Italia, anche sul fronte più pratico, quello dei risparmi: “Le Province infatti rappresentano solo l’1,35% della spesa pubblica complessiva del Paese con 11 miliardi di Euro (anno 2011) a fronte dei 168 delle Regioni, 72 dei Comuni e 182 delle amministrazioni Statali e ben 305 miliardi di Euro per la Previdenza. I risparmi immaginati non valgono questo sacrificio. Del resto da un matrimonio forzato non si è mai conseguita efficacia alcuna, né meno burocrazia anzi al contrario. Dall’infelice unione né derivano solo sommatorie dei singoli dati e dei parametri che non sempre generano un saldo positivo! La mistificazione portata a compimento dal Ministro non condurrà ad alcuna razionalizzazione, ovvero riduzione di spesa perchè non e a questo che il Governo mirava disegnando questa marchiana riforma. L’obiettivo perseguito è in realtà quello di provare a risanare situazioni negative attraverso una gestione degli indicatori delle Province per saldi, contrapponendo cioè ad indicatori negativi come quelli della Provincia di Frosinone, indicatori più virtuosi come quelli di Latina (indebitamento, personale, efficienza). In altre parole i sacrifici patiti dai cittadini di questa Provincia, dopo i tagli improvvidi a bilancio in corso, dopo aver contribuito a perseguire un cost cutting prima ancora della spending rewiew, sono ora chiamati ad equilibrare i conti ed i costi di una amministrazione meno virtuosa”.
Non resta che aspettare il parere della Corte Costituzionale.