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INTERROGATO CRISTIAN CANO’
Il giovane parricida in lacrime davanti al gip
“Mi ha colpito, ho reagito, ma non volevo ucciderlo”

L’ingresso del carcere di Latina

LATINA – E’ stato interrogato lunedì nel carcere di Latina dal gip Mara Mattioli, Cristian Canò il ragazzo di 18 anni arrestato nella notte tra venerdì e sabato con l’accusa di aver ucciso il papà Gennaro sulla spiaggia al Lido. Tra i due, che si erano incontrati per chiarirsi dopo alcuni dissapori, secondo il racconto del ragazzo è sorto un litigio, poi degenerato.

Il ragazzo assistito dal legale Angelo Palmieri è apparso in lacrime. “Mi sono difeso  – ha detto al magistrato – dopo aver ricevuto un pugno da mio padre, ma non pensavo di averlo colpito a morte, non mi sono reso conto di quello che è accaduto”.

Cristian Canò ha risposto alle domande ricostruendo la sequenza avvenuta sulla spiaggia di Foce verde venerdì pomeriggio. Il giudice dopo la camera di consiglio ha deciso di confermare la custodia cautelare in carcere negando  gli arresti domiciliari chiesti dalla difesa.

Il legale ha riferito dell’interrogatorio al microfono di Antonio Bertizzolo ascolta audiopalmieri]

“L’omicidio Canò, con tutta la sua drammaticità, è purtroppo la conseguenza di episodi continui di violenze in famiglia – afferma la Presidente di Valore Donna, Valentina Pappacena – perché i bambini che vivono sulla loro pelle le continue violenze familiari accumulano rabbia che può sfociare in violenze di questo genere. Psicologicamente parlando – continua Valentina Pappacena – il bambino che vede insultare e picchiare la propria madre sarà un adulto che presenterà diversi tipi di problematiche. Questa rabbia – continua la Presidente di Valore Donna – spesso non sfocia nei confronti dei genitori, ma ancora peggio sfocia, sempre da adulti, nei confronti dei propri congiunti e alcune volte, addirittura può sfociare nei confronti dei propri figli. Sarà ora compito della giustizia decidere del futuro di questo giovane 18enne che ha voluto, a suo modo, difendere la madre, troppe volte picchiata ed insultata dal marito (e una volta addirittura investita!), ma lasciatemi lanciare un appello alle tante donne che subiscono – conclude la Presidente di Valore Donna – violenze tra le mura domestiche: denunciate subito tutto, non sopportate in silenzio e fatelo per i vostri figli che hanno diritto di vivere una vita felice e di avere un futuro (per quanto possibile) sicuramente più felice di quanto non potrà più avere il giovane Canò”.

La Presidente Pappacena ricorda che l’associazione Valore Donna è sempre presente sul territorio a tutela di tutti coloro che hanno bisogno soprattutto con l’aiuto di psicologi e assistenti sociali che possono fornire loro tutto l’aiuto necessario a superare i momenti drammatici della vita.

 

 

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