LATINA – Acqualatina dovrà rimborsare quanto percepito illegittimamente dopo il referendum del giugno 2011. Si tratta del 7% delle bollette emesse da quella data e fino a dicembre del 2012. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con sentenza del 25 gennaio, ritenendo le bollette non coerenti con la volontà espressa dai cittadini con la consultazione popolare.
IL PARERE DEL CONSIGLIO DI STATO – LEGGI IL PDF
DE MARCHIS -«L’acqua pubblica è un diritto, non qualcosa su cui fare profitti. il Presidente della Provincia Cusani si è rifiutato di rispettare la volontà popolare, mentre il CdS conferma che la nostra battaglia era giusta”, sottolinea Giorgio De Marchis, del Pd di Latina. In base a quanto stabilito dal referendum, la “remunerazione del capitale investito” non può andare a incidere sulla bolletta.
“In poche parole – aggiunge De Marchis – , non si possono fare profitti sull’acqua pubblica scaricando i costi sui cittadini». Così Giorgio De Marchis, candidato al consiglio regionale del Lazio, accoglie la sentenza del Consiglio di Stato con cui si fa luce sull’applicazione dell’esito referendario del 2011. «Il Consiglio di Stato si mette in linea con quanto già affermato dalla Corte Costituzionale, dando ragione a una tesi che sosteniamo da tempo: le bollette che i gestori consegnano ai cittadini sono illegittimamente gonfiate e non rispettano la volontà referendaria. La remunerazione del capitale investito doveva cessare di essere calcolata in bolletta sin da subito”.