LATINA – Agenti immobiliari, proprietari e costruttori hanno dato vita, il 24 gennaio scorso a Roma, alla manifestazione “…se riparte l’immobiliare; RIPARTE L´ITALIA”. Centinaia i partecipanti all’evento organizzato da FIAIP presso l’auditorium Antonianum di via Manzoni, e diverse migliaia sono stati coloro che hanno seguito la diretta streaming via web.
«Procedere con un piano di rilancio del settore immobiliare è quanto mai necessario, visto che le politiche recessive, messe in atto per tamponare i buchi del bilancio statale, non potranno durare in eterno – ha commentato il presidente provinciale Fiaip Latina, Santino Nardi -; la scelta obbligata, che chiunque governerà l’Italia nei prossimi anni dovrà mettere in atto, è quella di riformare completamente la costosa struttura che governa il nostro Paese, lasciando spazio all’iniziativa privata e creando opportunità per coloro i quali vogliano scommettere sulle proprie capacità».
Il 79% degli Italiani è proprietario dell’abitazione principale − spiega Nardi −, 1.400.000 sono i lavoratori coinvolti nella filiera immobiliare, 4.200 miliardi il valore delle abitazioni civili e 1.000 miliardi il valore degli immobili ad uso diverso dall’abitativo. Questi pochi dati sono sufficienti a far comprendere come il settore immobiliare, oltre ad essere trainante per la nostra economia, assuma da sempre un ruolo fondamentale per il benessere e la stabilità del nucleo centrale della nostra società: la famiglia.
A differenza di altri Paesi, la proprietà immobiliare diffusa ha prodotto ricchezza per la maggioranza dei cittadini, anziché risolversi in un beneficio di pochi grandi proprietari.
Tra i fattori che stanno allontanando gli italiani dall’investimento immobiliare si annoverano l’alta tassazione del bene “casa”, che in questi ultimi tempi è diventata la più alta d’Europa, e l’erosione del valore dei beni immobili causata da una modalità di tassazione ingiusta, in quanto applicata in forma patrimoniale e non reddituale. Le politiche depressive recentemente applicate al settore, unitamente alle difficoltà di erogazione del credito, hanno causato nell’ultimo quadriennio la perdita di 500.000 posti di lavoro.
«L’Italia ha bisogno di liberare risorse di carattere sia economico che intellettuale – insiste Nardi -; energie che attualmente sono soffocate da una pressione fiscale intollerabile, che toglie la speranza agli imprenditori e impedisce la sopravvivenza dei lavoratori dipendenti. Il settore immobiliare ha forti incidenze nel settore turistico, è la base per lo stabilimento di imprese industriali straniere, è fonte di lavoro per le piccole e medie imprese, per le professioni intellettuali, per l’arredamento, il design e tanto altro».
Per questo motivo Confedilizia, Adiconsum e Fiaip hanno dettato lo slogan, ribadito a gran voce nella manifestazione del 24 gennaio “…se riparte l’immobiliare, RIPARTE L’ITALIA”.
Presenti importanti candidati alle prossime elezioni di tutti gli schieramenti e tutti («Certo siamo in campagna elettorale…» sottolinea maliziosamente Nardi) hanno promesso grande impegno anche riguardo al riconoscimento della professione di agente immobiliare. Vedremo.
Fiaip ha formulato undici proposte per il rilancio del settore
(meglio dettagliate nell’allegato che esplicita i singoli punti)
1) Riduzione della pressione fiscale sugli immobili, semplificazione fiscale ed eliminazione Enti inutili;
2) Tassare i redditi derivanti dal patrimonio e non il patrimonio;
3) Meno debito con le dismissioni del patrimonio immobiliare dello Stato;
4) Eliminazione della tassa sulla prima casa;
5) Revisione della Legge sulle locazioni;
6) No al consumo del suolo, sì al recupero dell’esistente;
7) Edilizia agevolata, no a nuove costruzioni;
8) Facilitare l’accesso al credito per l’acquisto della prima casa;
9) Facilitare l’acceso al credito immobiliare per mezzo dell’agente immobiliare;
10) L’agente immobiliare e il passaggio da ausiliario del commercio a professione intellettuale;
11) Lotta all’evasione fiscale e all’abusivismo professionale
Per Nardi, quindi «Occorre procedere subito con un piano di rilancio del settore. Oggi è quanto mai necessario, visto che le politiche recessive messe in atto per tamponare i buchi del bilancio statale non potranno durare in eterno. Senza il rilancio dell’economia, e del settore immobiliare in particolare, l’Italia sarà risucchiata dal vortice della decrescita».