“Il Lazio necessita di una nuova legge elettorale che preveda l’articolazione della megacircoscrizione di Roma e Provincia in due distinte circoscrizioni, una per Roma e l’altra per il resto della sua provincia, per evitare che Roma continui ad avere la metà dei membri del Consiglio regionale, consentendo così quel raccordo tra le province all’interno di un’unica regione”.
Il candidato del Pd Enrico Forte interviene agli squilibri congeniti del Lazio, unica regione in Italia con un capoluogo che da solo conta una popolazione superiore a quella della metà dell’intera regione con l’aggravante che la sua circoscrizione elettorale, comprendente Roma e l’intera provincia, con i suoi quattro milioni circa di abitanti prenota tra i due terzi e i tre quarti dell’intero Consiglio regionale penalizzando la rappresentanza degli altri territori.
“Nel corso degli ultimi anni – ricorda Forte – è stata più volte avanzata l’ipotesi di un Lazio senza Roma, ipotesi ripresa con grande impegno dal presidente della Provincia di Latina Cusani d’intesa con il suo collega Presidente della provincia di Frosinone Iannarilli, ipotesi questa che non fa i conti con ostacoli insuperabili tanto da somigliare ad un disco rotto. L’ipotesi della cosiddetta “ciambella”, anche se vede consenziente Alemanno che vedrebbe attribuire a Roma poteri legislativi propri di una regione a sé stante, non considera la prevedile adesione dei Comuni della Provincia di Roma, circostanza che crea un ostacolo insormontabile, il venir meno della contiguità territoriale tra le province del nord e quelle del sud del Lazio. E’ utopico è pensare – prosegue il candidato del Pd – che le province del nord, in alternativa a Roma, gravino sul Lazio sud e non sulle regioni limitrofe che continuano a fare ponti d’oro per annetterle”.
“L’auspicato “nuovo inizio” dello slogan che caratterizza la nostra campagna elettorale – aggiunge Enrico Forte – deve prendere atto, a 43 anni dall’istituzione della nostra regione, deve essere la presa d’atto del fallimento che vede esasperati i due problemi cruciali di una regione costruita a tavolino. Il primo è quello di dotare Roma degli strumenti idonei per assolvere nel migliore dei modi la funzione di capoluogo di Regione, di capitale d’Italia e della Cristianità nonché di metropoli competitiva a livello internazionale; il secondo è come assolvere al compito proprio di ogni regione che si rispetti, quello del riequilibrio regionale. E’ necessaria una grande unità d’intenti e non la corsa al vicolo cieco della Regione senza Roma. Se non riusciamo a vincere le resistenze romane presenti in tutte le forze politiche l’unica alternativa agibile non è la ciambella ma la regione del Lazio meridionale composta da Latina e Frosinone, avendo con l’ultimo censimento raggiunto il milione di voti occorrente per promuovere il referendum per la fuoriuscita dall’egemonia romana”.
Il candidato del Pd rilancia dunque la proposta di una nuova legge elettorale che preveda l’articolazione della megacircoscrizione elettorale di Roma e Provincia in due circoscrizioni, una per Roma e l’altra per il resto della provincia di Roma per restituire alla altre province del Lazio forza e la dovuta rappresentanza nell’assise regionale.
