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GREEN ECONOMY
La Green Valley è possibile

fermare_il_declino_fareCISTERNA – Si è tenuta presso il Chiostro di Palazzo Caetani a Cisterna la Tavola Rotonda sulla Green Economy organizzata dal movimento “Fare, per Fermare il declino” che ha ospitato il direttore del dipartimento di Studi e Ricerche dell’Istituto Bruno Leoni Carlo Stagnaro. Si è parlato di energia pulita, filiera del riciclo e riuso dei siti improduttivi, ponendo l’accento sulla preoccupante situazione del territorio pontino che, nelle parole della capolista alla Camera dei Deputati Cristina Pianura, si trasformerà in una bomba dai costi sociali imprevedibili, se non affrontata per tempo. I candidati di “Fare, per Fermare il declino” Daniele Martines candidato di Cisterna al Consiglio Regionale del Lazio, Ezio Bussoletti capolista al Senato e Cristina Pianura hanno accolto la sfida della Green Economy con le loro ricette. E ha colto l’invito alla Tavola Rotonda di Cisterna Carlo Stagnaro che, parlando alla platea, ha illustrato la politica territoriale Green di “Fare, Fermare il declino”, invitando a non confondere la politica ambientale con la politica industriale. Una forte sensibilità per le tematiche verdi e la grande attenzione per la difficile situazione del tessuto imprenditoriale italiano hanno portato Carlo Stagnaro a parlare della necessità di un mix energetico in funzione della specificità del territorio, combattendo una iper produzione di norme amministrative basate su incentivi che drograno il mercato. Stagnaro ha ricordato come gli incentivi al fotovoltaico abbiano favorito una iperproduzione senza un razionale rapporto tra costi e benefici con un totale depauperamento del nostro territorio e ha poi continuato con esempi significativi per mostrare come sia necessario uno studio più adeguato ed approfondito dei singoli casi, dei singoli territori, delle singole regioni con il loro tessuto territoriale ed imprenditoriale. “L’investimento nel fotovoltaico”- ha chiosato Stagnaro – “ha senso in Sicilia, ma, rispettando la specificità territoriale, perché non investire nei vantaggi ecologici prodotti dalle Biomasse ad esempio in Pianura Padana?” Sfide finora non colte e la spiegazione è “in una politica industriale energetica fatta in maniera sbagliata: in 5 anni abbiamo modificato 5 volte la struttura remunerativa del settore col risultato che le imprese non hanno certezze e non investono come potrebbero.”

E’ entrato nel vivo della questione, analizzando la nostra situazione territoriale, Alessandro Peru, Ricercatore Senior del Consorzio Universitario di Economia Industriale e Manageriale (CUEIM), parlando dell’esigenza di diventare finalmente attrattivi per quelle imprese che vogliono lasciare la Regione o sono nella posizione di insediare o meno i loro stabilimenti nella Provincia di Latina, e della necessità di scegliere strategicamente come re industrializzare la nostra regione. Alessandro Peru ha posto l’attenzione sulla necessità di coniugare le esigenze della sostenibilità ambientale con una migliore qualità architettonica ed efficienza energetica degli edfici per la produzione e per un diverso inserimento nel paesaggio. “La proposta chiave per il nostro territorio è quella di partire dai siti dismessi del Lazio ed in particolare dal riutilizzo di aree urbane o industriali dismesse della Provincia di Latina, creando e diffondendo una cultura della sostenibilità degli edifici industriali e incoraggiando l’accoglienza di Newco a forte connotazione tecnologica in modo da favorirne lo sviluppo industriale e le competenze nel settore della Green Economy, raccogliendo la sfida per un modello di low carbon economy di distretto.

In altre parole – ha concluso Alessandro Peru- ripensare un nuovo modello di distretto (Green District) che sappia implementare al suo interno le migliori pratiche ambientali (dalla politica dei rifiuti con particolare attenzione al riciclo, all’efficienza energetica, all’uso delle acque) e che diventi un modello pilota “replicabile” nei grandi centri urbani e nelle aree metropolitane, in grado di generare prodotti e servizi tecnologicamente verdi che rappresentano la sfida più importante per l’imprenditoria del nostro paese e della nostra Regione, sfida che è possibile vincere solo attraverso l’organizzazione in distretto delle PMI.”

Alla tavola rotonda non è mancato il prezioso apporto degli imprenditori pontini, tra cui Francesco Traversa che durante il suo intervento ha sottolineato le difficoltà incontrate dalle aziende nel momento in cui decidono di adottare un politica green:

“Le imprese vogliono investire nella filiera del riuso dei siti improduttivi, che rappresenta oggi un’ enorme potenzialità di business, il problema è che in primo luogo non ci sono garanzie sulla disponibilità di tali siti, che per inciso in alcuni casi sarebbe più opportuno espropriare, in secondo luogo non se ne conosce lo stato: si tratta di vere e proprie “bombe ecologiche” e diventa difficile valutare il costo della bonifica per un’impresa. Inoltre non è accettabile la volatilità degli stessi interlocutori pubblici, volatilità che non garantisce certezza nelle competenze né garanzie negli iter autorizzativi. Il tempo passa e l’impresa finisce per perdere soldi e per vedere falliti i suoi investimenti.”

Traversa ha chiuso il suo intervento riconoscendo delle responsabilità per la difficile attuazione di una politica veramente Green alla pubblica amministrazione, ha spiegato infatti che se gli iter fossero più snelli e trasparenti le imprese sarebbero incentivate ad investire e a fare la loro parte.”

Anche Ezio Bussoletti ha parlato di responsabilità, oltre alle responsabilità dei dirigenti amministrativi, per il capolista al Senato si rende necessario un vero e proprio ricambio politico dei vertici ed una maggiore attenzione della classe politica al potere ai problemi ed alle difficoltà delle imprese che operano nella Green Economy.

Cristina Pianura, promotrice e artefice dell’evento, ha quindi concluso proponendo un piano di semplificazione e snellimento delle procedure volte a regolare l’acquisizione tramite esproprio o acquisto dei siti improduttivi, al fine di favorire la loro nuova immissione sul mercato con iter regolatori semplici, così da consentire alle imprese certezza dei tempi e convenienza negli investimenti.

“Le imprese devono essere poste nella condizione di poter operare senza incertezze per creare lavoro e opportunità.” Ha chiosato la capolista alla Camera dei Deputati per il movimento “Fare, per Fermare il declino”.

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