LATINA – Alla vigilia del match che vedrà scontrarsi al Francioni, il Latina e la capolista Avellino, un’inchiesta scuote la società di Piazzale Prampolini. La vicenda riguarda circa quaranta assegni postdatati (e dunque illegali) emessi dal Latina Calcio alla fine della scorsa stagione per saldare i debiti con la squadra e con lo staff tecnico. Nel momento in cui sono stati messi all’incasso, gli assegni sarebbero stati respinti dalla banca, perché all’istituto di credito era arrivata la denuncia di smarrimento presentata dalla società.
La magistratura vuole vederci chiaro: è tutto sul tavolo del Procuratore Capo di Latina, Andrea De Gasperis dopo che l’ex allenatore e un ex giocatore ad ottobre hanno querelato la società. Entrambi in seguito avrebbero ritirato la loro denuncia.
Immediata arriva la smentita dei due vicepresidenti del Latina Calcio Pasquale Maietta e Fabrizio Colletti che hanno tenuto una conferenza stampa: “Il taglio che è stato dato all’articolo – ha spiegato Maietta – può lasciar pensare che la società stia attraversando delle difficoltà. La nuova società capeggiata da Paola Cavicchi, è subentrata in estate ereditando una situazione amministrativo-economica disastrosa. Ma l’attuale situazione è del tutto trasparente”. Una volta insediato il nuovo consiglio di amministrazione – ha spiegato Maietta – questo non ha trovato dei blocchetti degli assegni emessi all’interno dei fascicoli. Dunque è stata sporta una denuncia ma allo stesso tempo si è risaliti a tutti i possessori degli assegni. Non esiste nessuno, oggi, che possa affermare di avanzare un euro dal Latina Calcio. Adesso ognuno faccia le proprie considerazioni sul perché sia stato creato tutto questo polverone”.
“Per ogni assegno c’è una corrispondete liberatoria – spiega Fabrizio Coletti – E già questo basta per smontare qualsiasi tipo di attacco alla società attuale. La nuova società per un concetto di trasparenza ha fatto partire la denuncia e l’apertura del fascicolo. Senza addentrarci in cavilli legali possiamo affermare addirittura che l’attuale dirigenza può considerarsi parte lesa. Quello che possiamo dire è che questo non scalfirà in alcun modo la nostra voglia di continuare a dare tutto, sotto ogni punto di vista, per il progetto Latina Calcio. Abbiamo parlato con la squadra, ma soltanto per fornire ai ragazzi una giusta e logica spiegazione. Il gruppo non è stato per nulla intaccato e regna l’armonia. Ora non ci rimane che invitare a gran voce, ancora una volta, tutta la comunità a remare nella medesima direzione. Noi siamo sereni”.
GIACOMO MIGNANO – “Il fatto è semplice. Quando si è insediata la società presieduta da Paola Cavicchi la banca ha chiamato rendendo noto la presenza di 40 assegni ancora non rientrati. Qualsiasi banca lo avrebbe fatto. La Cavicchi, una volta constatato l’assenza dei blocchetti degli assegni, si reca in banca dove, come sarebbe accaduto per qualsiasi altro cittadino, le viene consigliato di presentare un regolare esposto in procura. Una volta risaliti all’assegno, se c’è una causale questo viene pagato, altrimenti no. Nell’articolo si parla addirittura di indagini. Sottolineamo che non c’è alcuno indagato ma solo un fascicolo aperto, come sarebbe successo anche per qualsiasi altro cittadino che incappasse in una simile situazione”