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ULTIMO SALUTO A KARIN
Funerali nella Chiesa di Borgo Isonzo

La chiesa San Pio XI a Borgo Isonzo

La chiesa San Pio X a Borgo Isonzo

LATINA – Saranno celebrati sabato alle 10,30 nella chiesa di Borgo Isonzo i funerali di Karin Dalla Senta la ragazza morta per un’appendicite non diagnostica. Il papà,  dopo l’autopsia eseguita ieri, ha avuto un malore ed è stato ricoverato in ospedale. Questa mattina aperta la camera ardente.

L’INCHIESTA  – Sono 18 gli indagati nell’inchiesta della Procura di Latina sulla morte della ragazza. Il Sostituto procuratore, Giuseppe Bontempo ha iscritto sul registro degli indagati il personale medico e infermieristico che nell’arco di venti giorni ha trattato il caso:  da quando la ragazza ha cominciato ad accusare dolori addominali ed è stata visitata a casa dal medico di base che le ha diagnosticato un disturbo intestinale prescrivendole un antibiotico, fino al decesso avvenuto martedì al Goretti, dopo un intervento chirurgico, seguito ad una diagnosi di peritonite acuta.  La Procura ha aperto un fascicolo ipotizzando il reato di omicidio colposo.

L’AUTOPSIA – Intanto sul corpo della ragazza il medico legale Cristina Setacci ha eseguito giovedì pomeriggio  l’autopsia. All’esame hanno assistito il consulente nominato dalla famiglia, la dottoressa Raffaella Rinaldi,  e quelli nominati dai medici indagati. Il medico legale si è preso 90 giorni  per consegnare in Procura i risultati degli esami istologici e biologici. Questa mattina presso l’obitorio dell’ospedale è stata aperta la camera ardente e saranno fissati i funerali.

I FATTI – I Carabinieri del Nas, cui sono affidate le indagini, hanno sequestrato subito dopo l’esposto dei genitori, la cartella clinica. sequestrato anche il foglio consegnato dal 118 e firmato dalla mamma della ragazza con cui si rifiuta il ricovero dopo l’intervento operato dal personale dell’emergenza a casa della giovane, su richiesta dei familiari preoccupati per il peggiorare delle condizioni di salute.  In quell’occasione – secondo il contenuto dell’esposto presentato dai Dalla Senta – i sanitari (intervenuti senza la presenza del medico) avevano invitato la famiglia a non chiamare il mezzo d’emergenza se non in casi gravi, ritenendo evidentemente che il caso di Karin non lo fosse.

La Asl di Latina dal canto suo ha annunciato un audit clinico interno per verificare che cosa sia accaduto in relazione al tragico caso. “Dopo l’autopsia – ha detto ieri a margine di un incontro il direttore sanitario dell’azienda Ennio Bruno Cassetta – avremo elementi maggiori di comprensione dei fatti e saremo anche in grado di verificare se esistano responsabilità mediche”.

striscioneLA PROTESTA – Fuori dall’Ospedale Goretti nella notte tra giovedì e venerdì militanti di Casapound hanno appeso uno striscione con la scritta “Giustizia per Karin”.

IL RACCONTO DEI FAMILIARI – Secondo quanto riportato dai genitori della ragazza nell’esposto presentato in Via Ezio, Karin circa venti giorni fa ha accusato dei dolori molto forti all’addome. Il medico di famiglia le aveva diagnosticato una banale influenza, curabile con antibiotici. I dolori però sono aumentati e il papà e la mamma hanno anche chiamato una ambulanza del 118, anche in questo caso il personale ha tranquillizzato i genitori. “Non è niente di grave – hanno detto, rimproverando i familiari: l’ambulanza deve essere chiamata per cose serie”, hanno aggiunto.

Sempre secondo quanto riportato nella denuncia, la giovane che continuava ad avere fortissimi dolori addominali domenica è andata al Pronto Soccorso del Goretti e dopo un attesa di quattro ore è stata sottoposta ad un’ecografia ed è emerso che aveva una peritonite, conseguenza di un’ appendicite trascurata. Operata d’urgenza, la ragazza è deceduta martedì lasciando nello sconforto i genitori, i due fratelli e il fidanzato che avrebbe dovuto sposare fra pochi mesi.

ESPOSTO DEL CODICI – L’associazione per i diritti del cittadino ‘Codicì ha inviato un esposto alla procura della Repubblica per far luce sul presunto caso di malasanità: «I fatti hanno quasi dell’incredibile, se pensiamo che una ragazza è morta per una semplice appendicite che poi si è complicata –  commenta il segretario nazionale dell’associazione, Ivano Giacomelli – Quali sono le responsabilità del personale medico di quanto accaduto? Se la diagnosi era errata, si tratta di un errore umano o di un eccesso di superficialità nel valutare le condizioni cliniche della paziente? Per rispondere a queste domande il Codici annuncia un esposto alla Procura della Repubblica per verificare eventuali responsabilità e far luce sul reale svolgimento dei fatti».

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