LATINA – Settantatré esuberi sono l’esito dello stato di crisi dichiarato da Acqualatina. La cifra, che corrisponde al sacrificio di posti di lavoro chiesto dalla società, è stata resa nota nel corso dell’incontro con i sindacati tenutosi venerdì pomeriggio, insieme ai numeri sullo stato di difficoltà finanziaria del gestore idrico: la società è gravata da un insoluto pari a 65 milioni di euro di bollette non pagate dagli utenti, è alle prese oggi con un calo dei consumi e con l’intervento dell’autorità per l’Energia che modifica in maniera determinante l’attuale logica tariffaria, è la sintesi di una nota ufficiale.
“In questo contesto sicuramente difficile e preoccupante – dichiara il Presidente di Acqualatina, Avv. Giuseppe Addessi – c’è da parte nostra la più ampia disponibilità a valutare assieme alle parti sociali, per quanto possibile, le misure più opportune allo scopo di minimizzare l’impatto sociale della vertenza, sua sull’occupazione che sui servizi da garantire alla collettività”.
I sindacati al tavolo, dal canto loro, hanno respinto la dichiarazione dei 73 esuberi con la proposta di applicare a tutto il personale i contratti di solidarietà, come ha spiegato Roberto Ccecere, segretario della Femca Cisl al microfono di Francesca Balestrieri
Il prossimo incontro è fissato per il 20 maggio, la società chiede che si giunga ad un accordo nel più breve tempo possibile.