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DISTRETTI SANITARI
Il grido d’allarme di Cgil, Cisl e Uil

Medici in corsia

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LATINA – Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil puntano il dito sulla gestione dei distretti sanitari: “Le decisioni assunte dalla ex Presidente Renata Polverini, nella sua qualità di Commissario straordinario, hanno dimostrato nel tempo l’incapacità e la inconcludenza delle scelte operate con il Decreto 80/2010 e con la individuazione delle 4 macroaree.

A Latina il processo di riorganizzazione della rete ospedaliera compiutamente è stato avviato nel 2006 dalla Direzione aziendale ASL, Direttore Generale Ernesto Petti e proseguito dalla Dottoressa Ilde Coiro, con una differenza notevole alla decisione adottata dalla Giunta Polverini di chiudere gli Ospedali di Gaeta, Minturno, Priverno e Sezze.

Infatti nella proposta della Direzione ASL alla decisione di chiusura e riconversione degli Ospedali, corrispondeva il rilancio dell’offerta ospedaliera in termini di eccellenza negli Ospedali operativi di Latina, Fondi- Terracina, Formia, e nel contempo veniva individuato nei territori interessati proposte chiare e concrete che permettessero ai cittadini di avere risposte alle loro esigenze di salute. Tutto sulla base di un cronoprogramma molto preciso ed articolato.

Su tale processo abbiamo dato il nostro consenso e abbiamo collaborato affinchè si concretizzasse una diffusa rete di prestazioni territoriali che incontrasse i bisogni di salute dei cittadini e offrisse loro risposte adeguate che, tra l’altro, sgravasse gli Ospedali da ricoveri inappropriati e da sprechi enormi.

Tali scelte hanno rilanciato il posizionamento dei Distretti sanitari, che ora stanno subendo dei forti rallentamenti per mancanza di investimenti e di innovazione, ma, in particolare, per una politica sanitaria provinciale che tentando di puntellare faticosamente gli Ospedali concretamente sta depauperando il Territorio, anche delle già poche risorse professionali.

Di conseguenza tutto il sistema sanitario provinciale ne risente negativamente, si dequalifica l’offerta sanitaria e ricomincia a crescere la mobilità extraprovinciale.

Complessivamente vi è un lento, ma continuo decadimento della Sanità pontina e da ciò la nostra grande preoccupazione che vada al macero una idea di vera riorganizzazione sanitaria che aveva fornito anche risposte positive sul versante dell’equilibrio del Bilancio, addirittura con possibilità di avanzo.

Questo processo è stato oggettivamente azzerato dalle decisioni della precedente Giunta Regionale e della sua Presidente che nel 2010 non soltanto calò in Provincia affermando demagogicamente che se avesse vinto avrebbe riaperto gli Ospedali che erano in chiusura, per esempio Priverno, ma ha avuto la capacità non soltanto di chiuderli definitivamente, ma anche di azzerare quei piani operativi di riconversione quale la Cittadella sanitaria di Madonna delle Grazie.

La sua logica non era quella di tagli agli sprechi e razionalizzazione, ma di soli tagli senza offrire in cambio nulla.

Le Segreterie provinciali CGIL-CISL-UIL e delle rispettive Categorie dei Pensionati SPI-CGIL, FNP-CISL e UILP-UIL ritengono che Latina e il suo Territorio meritano una sanità migliore e pertanto risollecitano l’attuale Direzione Aziendale a riscoprire la forza e la determinazione di porre la necessità di rilancio delle scelte fatte negli anni e a non accontentarsi di ciò che “ passa il convento”. Le decisioni che si stanno assumendo non intervengono alla radice dei problemi sanitari provinciali. L’abbandono della sanità territoriale, la cronica carenza del personale, la mancata sostituzione degli specialisti hanno allontanato le soluzioni anche per le prestazioni essenziali. Le liste di attesa sono interminabili, non vengono definite le priorità e anche le urgenze vengono scaricate sulla possibilità economica dell’Utente con evidenti difficoltà, in particolare della parte più povera con il rischio se non certezza di un grave allentamento del diritto alla salute.

Le Segreterie provinciali elevano ancora una volta un grido di allarme e ritengono inaccettabile tale situazione anche alla luce degli avanzi di gestione della ASL LT .

Avanzi che non si traducono in innovazione, in formazione, in personale, in nuove prestazioni che evitano la mobilità extra-provinciale.

Necessita rilanciare l’idea della sanità territoriale che è prossima alla persona e rendere i 3 Presidi Ospedalieri delle vere e proprie eccellenze.

E’ l’unica soluzione per uscire dal disastro finanziario della sanità laziale e l’unica possibilità di offrire risposte alla popolazione, in particolare anziana. Le Segreterie provinciali su tali tematiche apriranno una stagione di mobilitazione nei confronti della ASL provinciale e della Regione Lazio, partendo dalle specificità e dalle criticità rilevate nei 5 Distretti Sanitari della nostra Provincia.

La vertenzialità che si propone sarà il compendio delle nostre proposte, delle necessità e dei bisogni delle Comunità locali e avrà spessore anche con momenti di alta mobilitazione per ottenere i necessari risultati.

 

 

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