LATINA – L’estate è in arrivo e allora ecco che si iniziano già a vedere le tendenze del 2013 per gli affitti delle case vacanza. Nel sud pontino, la realtà con maggiore vocazione all’industria del soggiorno balneare, il responso della Fiaip è un lamento funebre, unanime e disperato, e le percentuali fornite sul calo delle compravendite e degli affitti turistici vanno ben oltre le più cupe previsioni. E non è solo colpa della crisi: «La nostra è una zona dalle potenzialità enormi – dice Vittorio Piscitelli, agente Fiaip di Formia – ma, schiacciato tra crisi e mentalità sbagliata, il segmento turistico è al collasso. Si fa accoglienza per forza d’inerzia – dichiara senza mezze misure il professionista -, non certo perché le coste pontine fungano da calamita per vacanzieri italiani e non».
In termini di crollo, i numeri sono importanti: il mese di giugno non lo si lavora più. Gli affitti turistici son diminuiti di ben oltre la metà negli ultimi tre anni, anche fino all’80%. «A lavorare parte degli immobili – afferma il dirigente Fiaip – rinuncio volontariamente perchè manca la mentalità giusta per affrontare il mercato attuale; siamo ancorati al vecchio. Non esiste più il cliente che fitta per un mese, al massimo si loca per una quindicina di giorni se non per una settimana.» E chi soggiorna per tempi così brevi vuol trovare un alloggio adatto – spiega il Piscitelli -, chi si ferma sei notti non si sobbarca certo il peso di un trasloco, deve trovare sul posto alloggi forniti di biancheria, stoviglie e tutti i comfort per una permanenza breve. I proprietari sono invece molto restii ad investire per rendere gli alloggi adatti a soggiorni di questo tipo e continuano a proporre immobili costruiti negli anni ‘60/’70 e rimasti tali e quali, con tutte le rughe fisiologiche. I clienti scappano: io, a questo tipo di mercato ho rinunciato volontariamente.»
Non si riesce dunque, nè a fare turismo di massa, né di qualità.
Solo un segmento pare immune dal tracollo: l’immobile di qualità. «Segno che il mercato è ancora vivo – sottolinea Piscitelli – e che, se ben proposta, la nostra costa sarebbe in grado di catalizzare una buona affluenza turistica».
«È proprio così – gli fa eco Rita di Immobiliare Casamare, al Circeo. Il mercato “alto”, quello per vendite da oltre un milione di euro, per capirci, è ancora vivace. Ed anche l’appartamento piccolissimo appare in sofferenza solo lieve. Il disastro è sul medio, specialmente non vicinissimo al mare, o non ristrutturato di recente. In quei casi il mercato è completamente fermo.» Le compravendite, rispetto a due/tre anni fa, sono calate di oltre il 50%, afferma la mediatrice, lo stesso dicasi per i fitti; e anche il boom dei russi appare ormai un ricordo: arrivati qui dopo essersi innamorati della Sardegna, ora sono avvistati in massa sull’Adriatico. I motivi dell’allontanamento? «Sempre quelli: migliori infrastrutture, organizzazione turistica molto più efficiente, sicurezza maggiormente garantita, immobili proposti di maggior pregio».
Pare quasi che il contesto naturalistico sia di secondaria importanza: «Fa rabbia costatare che siamo perdenti rispetto a zone paesaggisticamente molto meno attraenti della nostra – riprende Piscitelli -, purtroppo dobbiamo ammettere che è l’amara realtà. «Manca anche una proposta strutturata: la maggior parte delle offerte non passa neanche tramite agenzia, si appendono cartelli per strada, il massimo dell’improvvisazione. L’intervento del professionista servirebbe a calmierare il mercato, fornire l’assistenza per realizzare al meglio la locazione, consentirebbe visibilità infinitamente superiore ma da quest’orecchio ci si ostina a non sentire: si preferisce il far west, alla stregua di cinquant’anni fa!».
«La politica fiscale non può ostinarsi a vedere il nostro settore come l’unico bancomat da cui attingere senza limiti – conclude il presidente provinciale Fiaip, Santino Nardi -. È vero che un cambio di mentalità di chi affitta è auspicabile, altrettanto vero è che, strangolati da Imu e gabelle varie, chi propone un immobile in locazione ad uso turistico è disincentivato su tutti i fronti. È miope continuare a tartassare il mattone: fermando l’immobiliare, si blocca il motore economico dell’intero paese.»
