PETROCCHI NOMINATO ARCIVESCOVO A L’AQUILA
A Latina dal ’98 per costruire l’identità della Chiesa Pontina

Il vescovo Petrocchi

Il vescovo Petrocchi

LATINA -Monsignor Giuseppe Petrocchi è il nuovo Arcivescovo Metropolita a L’Aquila. La nomina è stata fatta oggi da Papa Francesco. Il vescovo di Latina  succede a monsignor Giuseppe Molinari, che era alla guida dell’Arcidiocesi aquilana dal 1998.

“Una decisione quella di Papa Francesco- affermano i più stretti collaboratori del vescovo di Latina –   che conferma gli attestati di stima che mons. Petrocchi aveva in più occasioni ricevuto da Papa Benedetto XVI”.  Petrocchi, 65 asnni, originario di Ascoli-Piceno,  resterà comunque Amministratore Apostolico della Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno “donec aliud provideatur”, fino alla nomina di un nuovo Vescovo. Un importante riconoscimento per il vescovo-filosofo arrivato a Latina 18 ottobre del 1998 e che, negli anni del suo impegno sul territorio si è dedicato alla costruzione di un’identità della Chiesa locale, riuscendo a portare a termine la costruzione del palazzo della Nuova Curia, da lui indicata spesso come simbolo e luogo d’incontro della comunità dei fedeli.

Ad oggi non è stata ancora fissata la data per l’insediamento del nuovo Arcivescovo a L’Aquila. È invece confermato che il prossimo 29 giugno, nella Basilica Vaticana, in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo, mons. Petrocchi sarà tra i nuovi Arcivescovi metropoliti che riceveranno dalle mani del Santo Padre il pallio, una striscia di lana bianca avvolta sulle spalle, simbolo di Cristo Buon Pastore.

 15 ANNI DI LAVORO PER COSTRUIRE L’IDENTITA‘ – Il Vicario generale, Don Mario Sbarigia ricorda in una lunga nota che qui riportiamo integralmente, l’attività svolta dal presule: “In quindici anni di episcopato (fu eletto il 27 giugno 1998 e il 18 ottobre dello stesso anno fece il suo ingresso in Diocesi) mons. Petrocchi ha operato in diverse direzioni, ma l’aspetto che oggi staglia sugli altri, fino a divenire il perno del suo progetto pastorale e – potremmo dire – il tratto qualificante del suo episcopato, è una istanza ecclesiologica. Egli si è ben presto reso conto che la nostra è una Diocesi giovane – risultato di una storia complessa – che deve ancora acquisire una vera coscienza diocesana; una coscienza unitaria, che abbia nel Vescovo il suo punto di unità e di sintesi, capace perciò di superare la “sindrome del localismo”. La Visita Pastorale, nella quale si è rivelato maestro nello stare in mezzo alla gente, l’ha ampiamente confermato in questa convinzione, ed è difficile, peraltro, infirmarne la giustezza. Per questo, negli anni, mons. Petrocchi, facendo leva sull’attuazione-diffusione di una spiritualità di comunione, è tornato con insistenza sul primato della Diocesi e sull’importanza di lavorare – tutti insieme – perché la nostra Chiesa sia “più-Una”. Ha favorito in tal modo una crescita della coscienza diocesana, nella consapevolezza che il “tutto” (la Chiesa locale nel suo insieme) precede le “parti” (le singole comunità parrocchiali) e, nello stesso tempo, ha fatto sì che la nostra Chiesa, cresciuta nell’unità, sia, in misura crescente, divenuta lievito evangelico della comunità civile pontina, contribuendo a edificarla come società più-coesa e sempre più degna dell’uomo”.

IL PRIMO SINODO PONTINO – “Alla realizzazione di questo progetto  – scrive ancora Don Mario Sbarigia – ha contribuito, in modo non secondario, il primo Sinodo pontino, da lui stesso indetto nel 2005 e conclusosi nel 2012. Il Sinodo ha voluto infatti consolidare in tutte le membra del Popolo di Dio il senso della Diocesi, con il supporto di nuovi strumenti teologico-pastorali e – in seguito – normativi. Il suo percorso teologico e pastorale – riassunto nel Libro sinodale conclusivo che ne raccoglie le proposizioni (Perché la nostra Chiesa sia “più-Una”) – è stato animato dal progetto di Chiesa-comunione che emerge dai documenti del Magistero, per un rinnovato slancio dottrinale, esistenziale, organizzativo, pastorale, missionario. Nella fase post-sinodale è in programma l’elaborazione di Direttori, che codifichino le linee attuative degli enunciati teologico-pastorali.
LA NUOVA CURIA – Anche la costruzione della Nuova Curia, una delle più moderne ed efficienti nel panorama nazionale, ha favorito l’attuazione di queste idee. La vita della comunità, infatti, ha bisogno di strutture logistiche adeguate; il nuovo edificio – in piena attività dal 2008 e nel quale transitano, ogni anno, diverse decine di migliaia di persone – è divenuto ormai il “cuore pulsante” della Chiesa pontina, rivelandosi non solo come un fondamentale punto di raccordo intra-ecclesiale, ma anche come un “ponte” lanciato verso la società civile, con la quale promuove un dialogo sempre più ampio e costruttivo”.

I MESSAGGI AI FEDELI E I DISCORSI AI POLITICI – “Queste grandi intuizioni sono state accompagnate da scelte particolari, che hanno inciso in diversi settori. La Visita Pastorale (svoltasi dal 2002 al 2009) ha consentito a mons. Petrocchi di entrare in un contatto più diretto e particolareggiato con le 87 Parrocchie della Diocesi, fornendogli un’articolata conoscenza delle diverse comunità parrocchiali e del territorio pontino nel suo insieme, ciò che gli ha permesso anche di offrire, annualmente, a Politici ed Amministratori pontini, analisi circostanziate e profonde sulla realtà sociale: il discorso di Capodanno è stata un’occasione attesa dagli addetti alla “cosa pubblica”, che hanno accolto, con attenta riflessione, le parole che in quelle occasioni il Vescovo ha rivolto loro. Vero è poi che, più in generale, mons. Petrocchi si è impegnato a dare “centralità” allo svolgimento del “munus” magisteriale, riservando una cura particolare alla preparazione delle omelie e degli interventi, di carattere sia ecclesiale che sociale, cercando poi di rendere fruibili a sacerdoti e fedeli (anche attraverso la diffusione di opuscoli e con il soccorso dei mass-media) alcuni pronunciamenti, come i Messaggi in occasione del Natale e della Pasqua, le relazioni tenute nelle Assemblee Pastorali e nei Convegni, le conferenze di carattere teologico e pastorale, i discorsi, appunto, di carattere socio-politico. Parte di tali interventi sono stati raccolti in tre opuscoli, dedicati ad altrettanti ambiti: “Perché vinca l’Amore”, ed. Città Nuova 2011 (che raccoglie i Messaggi inviati alla Diocesi in occasione della Pasqua); “Diventare se stessi”, ed. Città Nuova 2011 (2a edizione) (che pubblica i Messaggi inviati alla Diocesi in occasione del Natale); “L’arte di unire”, ed. Città Nuova 2011 (che contiene i discorsi rivolti ai politici il primo giorno dell’anno).

LA CURA PER LE VOCAZIONI  – Un altro settore al quale il Vescovo Petrocchi ha dedicato energie notevoli è stato quello della Pastorale Vocazionale: ogni anno si è curata l’organizzazione del Convegno Diocesano Vocazionale; della Veglia diocesana di preghiera, organizzata il venerdì che precede la Giornata Mondiale per le Vocazioni; la promozione di Settimane vocazionali parrocchiali, con il coinvolgimento dei Parroci e dei loro Collaboratori; gli incontri mensili di formazione per Referenti vocazionali parrocchiali, con l’intento di arrivare alla costituzione dei Centri vocazionali parrocchiali; due incontri mensili di preghiera per giovani: il Gruppo Oreb (aperto a ragazzi e ragazze: il cammino è cadenzato dalla “lectio divina”, al fine di comprendere l’esistenza come risposta al progetto di Dio); il Gruppo Tabor (indicato per quanti si pongono più direttamente in atteggiamento di discernimento vocazionale). Inoltre, ogni mese, di sabato sera, mons. Petrocchi ha incontrato i Seminaristi per un momento formativo e conviviale; ogni anno ha trascorso con loro una settimana durante l’estate, approfondendo la conoscenza dei futuri candidati al sacerdozio e vivendo con loro una intensa esperienza formativa. Una volta al mese, con regolarità, si è incontrato – condividendo, poi, il pranzo comunitario – con i Sacerdoti più giovani, spinto dal desiderio di accompagnarli più da vicino nella “prima stagione” del loro ministero sacerdotale. Questo intenso lavoro è stato benedetto dal Signore, sia perché è cresciuta la “coscienza vocazionale” tra i Sacerdoti e nelle comunità ecclesiali, sia perché un incoraggiante gruppo di giovani ha intrapreso un cammino di speciale consacrazione, nella vita religiosa (maschile e femminile) e in direzione del ministero sacerdotale diocesano: in questi anni egli ha ordinato 12 nuovi sacerdoti, ai quali vanno ad aggiungersi 3 diaconi “ad sacerdotium” e 18 diaconi permanenti. La Diocesi, inoltre, conta attualmente 8 seminaristi, ai quali dovrebbero, già a partire dal prossimo ottobre, aggiungersi nuovi giovani. Sono stati inoltre incardinati, negli anni del suo episcopato, 10 sacerdoti di provenienza extra-diocesana.
Nel corso del suo episcopato ha impresso un notevole sviluppo agli Organismi pastorali diocesani: alcuni Uffici già attivi e ben impostati sono stati rafforzati e meglio integrati nell’insieme; altri sono stati rivitalizzati, altri ancora costituiti ex-novo. Tra i nuovi Uffici compaiono: l’Ufficio Diocesano per la Pastorale Scolastica, l’Ufficio Diocesano per la Pastorale Universitaria, Ufficio l’Diocesano per la Pastorale della Cultura, l’Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro, l’Ufficio Diocesano per la Pastorale Socio-Politica, l’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Salute, l’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Terza Età. Per tradurre nei fatti l’ecclesiologia di comunione, ha provveduto a rendere più collegiale la conduzione dei singoli Uffici, introducendo in ciascuno di essi una commissione direttiva costituita da tre incaricati, al fine di rendere più “sinodale” il lavoro di ideazione-attuazione-verifica proprio di ogni Organismo pastorale: di essi, uno svolge il compito di responsabile principale mentre gli altri due lo coadiuvano come corresponsabili. Si è anche stabilito che almeno uno dei membri di tale “nucleo direttivo” sia una donna. Tale “innovazione” strutturale ha inteso inoltre garantire una più alta valorizzazione del “genio” femminile nei “gangli” centrali della nostra Chiesa particolare.
Come strumento di aggiornamento e di effettivo coinvolgimento è stato introdotta, dall’anno pastorale 2000-2001, l’Agenda pastorale diocesana, in formato tascabile, quale strumento di aggiornamento e di effettivo coinvolgimento, che consente una puntuale informazione sulle principali iniziative che, nel corso dell’anno, si svolgono nella Chiesa Pontina. Essa cerca di favorire una promozione della corresponsabilità: principio condensato nella formula “tutti partecipi di tutto”.

Dall’anno pastorale 2000, in accordo con il Presbiterio e il Consiglio Pastorale Diocesano, ho avviato una “riforma” nel processo della iniziazione cristiana, istituendo il sessennio catechistico costituito dal: biennio per la prima comunione; biennio del discepolato (in cui si approfondiscono alcune tematiche ed esperienze già avviate nel ciclo precedente); biennio per la cresima. Si è portata, così, al termine della Scuola secondaria di I grado l’età minima per ricevere il sacramento della confermazione. Inoltre, d’intesa con l’Ufficio Liturgico Diocesano, sono state emanate direttive per quanto riguarda la preparazione degli adulti al sacramento della confermazione.

LA MENSA DEI POVERI  E LE CASE DI ACCOGLIENZA– Le iniziative pastorali e le attività formative atte a promuovere una spiritualità di comunione, non costituiscono tuttavia l’unico versante nel quale mons. Petrocchi ha investito le sue risorse, perché egli si è mostrato anche uomo di governo che, pur apprezzando franche collaborazioni, anzi ricercandole sinceramente, non ha mai concesso deleghe in bianco e non ha ceduto alla tentazione di appaltare ad altri responsabilità sue: portando per intero il peso delle decisioni, ha saputo dar prova, in questi anni, di notevoli capacità amministrative e organizzative, consentendo così alla Diocesi di attivare opere consistenti per un aiuto ai più poveri. Tra queste “opere-segno” sono da segnalare: la Mensa dei poveri, a Latina, che serve oltre 200 pasti al giorno (dall’anno di apertura – il 2002 – ad oggi ne ha distribuiti oltre 470.000); l’acquisto e la ristrutturazione, nel 2001, dell’edificio, adibito a Casa-Famiglia “S. Maria della gioia”, destinato, in un primo periodo, all’accoglienza di ex-prostitute e in una seconda fase utilizzato per l’assistenza a persone gravemente bisognose (a seguito della stipula di una specifica convenzione, viene gestito dalla Comunità Giovanni XXIII); la sistemazione giuridica di “Casa Betania”, struttura di accoglienza per giovani donne in maternità o con minori a carico, a Borgo Piave: dall’anno della sua apertura al 2012 (compreso), la Casa ha ospitato 414 persone, per un totale di 40.000 giornate di presenza e vi sono nati 20 bambini.
Nel 2003 è stato inoltre costituito il Consultorio Familiare Diocesano “Crescere insieme”, che dall’inizio del 2009 svolge la sua attività all’interno dei locali della nuova Curia Vescovile. Il Consultorio intende offrire proposte formative e dare risposte specialistiche alle numerose domande di aiuto che provengono dall’ambiente ecclesiale e sociale. Iniziative e azioni del Consultorio si articolano su tre principali direttrici di intervento: l’area psico-sociale; l’area medico-sanitaria; l’area legale.
Si è, inoltre, attivata la Partecipazione al progetto di recupero per minori che hanno commesso reati. Questo lavoro, che ha ottenuto importanti riconoscimenti istituzionali, è svolto in collaborazione con il Ministero di Grazia e Giustizia, con le amministrazioni provinciale e comunale.
Non si è trascurato neppure di valorizzare il patrimonio storico-artistico (notevole) della Diocesi: è infatti venuta a crearsi, in questi anni, una rete di musei ecclesiastici nel territorio. Tale scelta, determinata dal cammino plurisecolare che ha dato origine all’attuale configurazione diocesana, è sembrata la più rispettosa delle comunità locali che hanno generato il patrimonio storico-artistico pontino ed è stata positivamente valutata dai competenti organismi statali ed ecclesiali. Allo stato attuale, sono aperti due poli del Museo diocesano: la sezione di Sermoneta (ospitata presso l’Oratorio dei Battenti, annesso alla chiesa parrocchiale) e la sezione di Sezze (presso il Palazzo dei Canonici della Concattedrale).
Uno degli aspetti certamente più visibili dell’episcopato di mons. Petrocchi è stata poi la capacità amministrativa e organizzativa di cui ha saputo dar prova, che ha consentito alla Diocesi di dotarsi di strutture necessarie per l’esercizio di un valido servizio pastorale. Nello specifico, si segnala anzitutto la costruzione della Nuova Curia (Centro Pastorale Diocesano), in breve tempo divenuta: un centro di coordinamento, di formazione e di animazione pastorale; una scuola di comunione e polo di irradiazione per la nuova evangelizzazione; la sede centrale della Caritas diocesana; punto di riferimento per il dialogo ecumenico ed interreligioso; casa aperta alla città; laboratorio di cultura. La struttura ha dimostrato di rispondere pienamente alle esigenze per cui è stata progettata e costruita: solo nel corso dell’anno 2012 si sono registrate oltre 35.000 presenze.
È stata condotta in porto la piena acquisizione in proprietà alla Diocesi del Vescovado di Terracina (2003), che apparteneva prima al Comune, mediante la stipula di una Convenzione successivamente ripresa e applicata anche in altre Diocesi, per regolamentare situazioni analoghe; allo stesso modo, si è concretizzata l’acquisizione, in seguito a un atto di donazione, nel 2003, dell’appartamento del Giudice Guercio, sito in una zona centrale di Latina: l’immobile è stato dato in locazione ad un privato e con il ricavato si provvede a dare un contributo per il sostentamento del Consultorio Familiare Diocesano.
LE NUOVE CHIESE – È da segnalare, infine, come nel corso dell’episcopato di mons. Petrocchi sia stata realizzata la costruzione di diverse nuove chiese e strutture pastorali: in specifico, la chiesa di Stella Maris, a Latina-mare; la chiesa di S. Valentino, a Cisterna; la chiesa di Madonna dell’Olmo, a Olmobello, frazione di Cisterna, già completata, sarà tra breve aperta al culto. Inoltre, vanno menzionate la casa parrocchiale e le strutture pastorali nella parrocchia di S. Benedetto a Borgo Piave. È stato poi già approvato e finanziato dalla CEI il progetto della chiesa di S. Chiara, in Latina, per il quale è ormai prossima l’apertura del cantiere.
Mons. Giuseppe Petrocchi, l’uomo e il Vescovo, si è rivelato, in questi quindici anni, uno che ha esigito da sé (prima) e dagli altri (poi), che non ha ceduto alla tentazione di sistemarsi nella situazione più accomodante, che è sempre andato alla radice dei problemi: uno che si è giocato e che ha saputo pagare anche di persona. In definitiva, si è rivelato come uno che ci crede – e non è poco – e che sa mettere sempre il bene della Chiesa prima del suo personale. Ed è questo, soprattutto, che fa pendere decisamente l’ago della bilancia, che valuta il suo operato, dalla parte di una grande apprezzamento della sue capacità realizzative, di un convinta stima per il suo instancabile ministero pastorale e di una profonda gratitudine per la sua totale dedizione alla Diocesi e alla Gente pontina.

GLI AUGURI – A Mons. Giuseppe Petrocchi vadano ora i migliori auguri e l’affettuoso sostegno nella preghiera di tutta la Chiesa Pontina per la muova missione che il Signore lo chiama a svolgere nell’Arcidiocesi dell’Aquila”, conclude Sbarigia.

AZIONE CATTOLICA – L’Azione cattolica della diocesi di Latina accoglie con emozione la notizia della nomina di monsignor Giuseppe Petrocchi ad arcivescovo metropolita de L’Aquila. “Esprimiamo profonda gratitudine al nostro pastore Giuseppe per il ministero e il lavoro svolto finora a servizio della Chiesa e di tutta la terra pontina” dice il presidente diocesano di Azione cattolica Mario Zappone. “Il suo impegno per una Chiesa più una, in questi quindici anni , è stato fruttuoso nel creare comunione in una realtà ricca di tradizioni e particolarità” prosegue. Afferma ancora il presidente Zappone: “Lo ringraziamo in modo speciale per l’attenzione costante e la stima profonda che ha espresso nei confronti dell’Azione cattolica fin dal suo arrivo in diocesi, quando chiese ad ogni parroco di promuovere l’Associazione in tutte le comunità. In più occasioni, poi, in questi anni ci ha rinnovato la sua vicinanza e ha incoraggiato il nostro impegno per i cristiani e per tutta la società pontina”. Alla gratitudine si unisce l’augurio dell’Azione cattolica di Latina al vescovo Giuseppe per il nuovo ministero come arcivescovo de L’Aquila: “In una terra martoriata e che porta ancora le ferite del terremoto, la vicinanza del vescovo Giuseppe alla vita delle persone e il senso di comunione che è capace di infondere, siamo certi riusciranno a portare fiducia e speranza ai cristiani e a tutta la gente de L’Aquila” conclude Mario Zappone.

 

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