LATINA – Le liste d’attesa per visite ed esami diagnostici, già lunghissime, stanno peggiorando nel Lazio. Lo dice una rilevazione della Uil funzione pubblica regionale che ha condotto un’indagine complessa sui tempi di attesa, aggiornata ad ottobre. “Abbiamo focalizzato i nostri sforzi sulle prestazioni sanitarie maggiormente richieste dai cittadini, includendo anche le prime visite – spiegano dal sindacato – Nel dettaglio abbiamo verificato la Visita Specialistica Endocrinologica (89.7), la Gastroscopia, la Colonscopia, l’Ecografia Addome Completo, l’Ecografia Tiroide/Paratiroide (prenotabile anche come Ecografia Capo e Collo), l’Ecocolordoppler Cardiaco a riposo o dopo Sforzo e la Risonanza Magnetica del Cervello e del Tronco Encefalico”. Di seguito, gli sconfortanti risultati.
La visita Endocrinologica i cui tempi di attesa per legge non dovrebbero superare i 30 giorni, ad eccezione di qualche Asl (Viterbo, Frosinone, Rieti, Asl Roma G), riporta tempi che variano dai 70 giorni ai 300 giorni , ma alla Asl di Latina è addirittura impossibile prenotare questa visita. Per altri esami, poi, le liste sono completamente fuori controllo:
per una gastroscopia, non ci sono disponibilità e a Latina come in altre Asl è necessario aspettare tra i 120 e i 300 giorni; peggio per la colonscopia, al San Giovanni di Dio di Fondi si può fare solo se si ha molto pazienza e soprattutto nessuna urgenza: l’appuntamento è a 240 giorni. Per l’Ecografia addome completo per la Asl Latina si parte parte da un minimo di 150 giorni ad un massimo di 330 al Don Luigi di Liegro di Gaeta. Ancora: per l’ecografia tiroide-paratiroide la situazione è addirittura drammatica, qui raggiunge l’anno di attesa l’ospedale Dono Svizzero di Formia. Non va meglio la risonanza magnetica: nessuna disponibilità per la Asl Latina in buona compagnia di molte altre strutture della Regione.
“Insomma – dice Bernardini – i dati peggiorano di giorno in giorno. Ma la Uil Fpl di Roma è in attesa di verificare i risultati dei provvedimenti (più volte suggeriti dalla nostra sigla sindacale) adottati dalla Regione Lazio a partire da Gennaio 2014 i quali, se attuati, dovrebbero produrre i risultati sperati. Stiamo parlando dell’obbligo per le strutture ospedaliere pubbliche di estendere le loro agende al Re.cup per almeno il 60% e di includere nel circuito di prenotazione anche i privati accreditati per coprire l’eventuale richiesta dei cittadini che il pubblico non riesce a soddisfare.
Cosa ancor più importante è il potenziamento del Dott.Cup che di fatto introdurrà l’obbligo di evadere le richieste urgenti entro le 72 ore. Ed infine – conclude il Segretario della Uil Fpl di Roma – dopo le nostre precedenti indagini speriamo vivamente che la Regione Lazio ponga un freno ed un controllo alla Libera Professione, monitorando il volume di prestazioni e di denaro che ruotano intorno ad essa. E’ impensabile che si faccia concorrenza al Servizio Sanitario Nazionale offrendo nelle stesse strutture pubbliche prestazioni a prezzi anche inferiori al Ticket SSN con il risultato di spostare quel 25% dei paganti SSN verso l’Intramoenia (ricordiamo che il 75% nel Lazio sono Esenti, ossia non pagano il Ticket)”.