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Rete ospedaliera del Lazio, Forte: “Disegniamo un modello nuovo”

Oggi il dibattito in Consiglio Regionale

enrico-forte-200x300LATINA – Il consigliere regionale del Partito Democratico Enrico Forte è intervenuto questa mattina nel dibattito in Consiglio regionale sul Piano di riordino della rete ospedaliera del Lazio illustrando come si stia procedendo a ridisegnare un diverso modello di sanità attraverso un diverso approccio al sistema di assistenza socio-sanitaria sul territorio regionale.

«Il Piano presentato dal presidente Zingaretti – ha sottolineato in aula – rappresenta una svolta rispetto al passato perché fissa le linee di intervento socio-sanitario e le linee guida sull’istituzione delle Case della Salute. In particolare rispetto a queste ultime voglio rivendicare la bontà dell’introduzione di questa struttura sul territorio della provincia di Latina: quella di Sezze ha già registrato tremila accessi di pazienti diabetici, tutti casi che fino a poco tempo fa sarebbero andati a intasare gli ospedali. Uno dei nodi da sciogliere – ha continuato il consigliere regionale pontino – riguarda proprio l’eccessivo intasamento dei pronto soccorso che deve essere e sarà risolto grazie al patto con i medici di medicina generale per l’estensione dell’apertura degli studi e con le Case della Salute: si tratta di un processo di razionalizzazione delle strutture esistenti che non ha più come unico punto di riferimento l’ospedale. Abbiamo inoltre messo fine, finalmente, allo scandalo delle macroaree pensate dalla Polverini, funzionali soltanto a giustificare il taglio di risorse e di posti letto che abbiamo subito con il famigerato decreto 80: Latina era finita nella macro area San Camillo-Forlanini con gli evidenti danni che questa decisione ha provocato. Oggi invece viene restituita dignità alle strutture sanitarie perché deve essere il diritto alla salute dei cittadini ad orientare le nostre azioni in materia di sanità. Ribadisco che la politica deve occuparsi dell’organizzazione sanitaria e dei servizi e non di Uoc o primariati con l’obiettivo primario di uscire dal piano di rientro, perché tutte le discussioni che noi facciamo rischiano di essere discussioni accademiche o astratte se non usciamo dal piano di rientro che ci ha imposto il Governo. Gli sforzi vanno fatti in questa direzione e in questa direzione è difficile anche dividersi perché le preoccupazioni, i drammi che si vivono in molte strutture sanitarie della nostra Regione non sono i drammi di questa o di quella parte politica, e sbagliamo se li pieghiamo e li strumentalizziamo a fini elettorali, perché queste sono questioni che dobbiamo tener fuori dalla discussione, dallo scontro e dalla dialettica politica, anche aspra. C’è quindi un tema della politica che deve svolgere una funzione e va rispettato per il ruolo che assume e che svolge. Anche nella formulazione e nell’adozione degli atti aziendali, c’è bisogno di una consultazione, di una partecipazione, di un ascolto profondo: non siamo di fronte ad atti che sono solo di natura tecnica, formale, o ad atti di natura burocratica amministrativa. Sono atti che mettono al primo posto quel diritto alla salute che citavo prima, che è il primo diritto che noi dobbiamo garantire. E l’impegno del Presidente Zingaretti in questo anno e mezzo sulla sanità va in questa direzione.
Va costruito inoltre un nuovo rapporto tra università e Regione a Latina va istituito un tavolo di confronto aperto a tutti i soggetti interessati per rimodulare il ruolo dell’ateneo nel sistema sanitario . Chiedo inoltre che nella distribuzione delle risorse si tenga conto della circostanza che la provincia di Latina ha una quota di posti letto del 2,2% la più bassa del Lazio: abbiamo salvato quattro ospedali pontini, fatto che non era scontato, avviato il piano di abbattimento delle liste di attesa e messo a disposizione i fondi per l’acquisto dell’acceleratore lineare e del nuovo reparto di psichiatria, fatti concreti che dimostrano come questa amministrazione abbia davvero avviato un processo di radicale cambiamento nella gestione della sanità».

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