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La giornata di un volontario della Croce Rossa

Michela racconta la sua prima volta nell'emergenza

croce_rossa_26051LATINA – “I volontari della Croce Rossa sono gente comune che ha scelto di dedicare parte del proprio “tempo liberato”, alla solidarietà attiva verso i più deboli e vulnerabili.  Ecco, allora, che in giorni come questi il lavoro dei nostri volontari assume un significato particolare che ci invita a guardare con simpatia e favore alla loro disponibilità fino magari a prenderla in considerazione ed entrare così nella grande famiglia della Croce Rossa”. Lo sottolinea il commissario della Cri Di Latina, Giancarlo Rufo che ha deciso quest’anno di fare auguri un po’ speciali alla città attraverso il  il racconto di una neo volontaria, Michela al suo primo giorno di tirocinio come soccorritore in ambulanza.

IL RACCONTO DI MICHELA – «Oggi esco con i miei colleghi per il mio primo trasporto sanitario, ci ritroviamo al parcheggio dell’ambulanza qui a Cisterna, con il nostro collega “anziano” Ottorino controlliamo che non manchi nulla nel vano sanitario. Sono emozionata. Partiamo per andare a prendere il paziente, è un ragazzo sulla sedia a rotelle che ci aspetta a casa sua. Ci presentiamo fieri della nostra divisa, lui ci fa’ capire che ha bisogno di noi. Durante il percorso ci rendiamo conto che questa persona ha avuto seri problemi di salute, ce ne parla perché si fida di noi e questo è molto gratificante. Nel frattempo arriviamo a Latina e mentre due colleghi lo accompagnano a fare la visita, io e Ottorino aiutiamo un’altra signora in sedia a rotelle perché “siamo volontari” e un volontario lo è sempre.
La visita del ragazzo va bene e ripartiamo per tornare a Cisterna. Conversiamo, lui mi chiede se sono una mamma, se anche i disabili possono entrare in Croce Rossa. Lo salutiamo dicendogli anche che lo aspettiamo in CRI, ai nostri corsi d’accesso quando si sarà rimesso. Io sono entrata in Croce Rossa dopo aver subito interventi chirurgici e aver vissuto l’esperienza del ricovero ospedaliero. Certo, sono stata fortunata perché accanto a me ho avuto mio marito e i nostri due figli; sì, la mia famiglia, la mia vera ricchezza. La mia sofferenza mi ha fatto riflettere e così ho deciso di portare un sorriso a chi soffre e che magari non ha nessuno accanto a sé come invece è accaduto a me. Sono contenta di aver aiutato quel ragazzo insieme ai miei colleghi, il suo sorriso ha arricchito il mio cuore e ho capito di aver trovato la mia strada in Croce Rossa, certa anche di far quadrare il mio impegno di casalinga, di moglie e madre con la solidarietà ai più bisognosi».

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