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Terremoto nel M5S, i tre parlamentari pontini lasciano

Si dimettono Iannuzzi, Vacciano e Simeoni delusi dal progetto di Grillo

Mamma e figlio: la senatrice Ivana Simeoni e il deputato Cristian Iannuzzi del M5S

Mamma e figlio: la senatrice Ivana Simeoni e il deputato Cristian Iannuzzi del M5S

Giuseppe Vacciano

Giuseppe Vacciano

LATINA – I parlamentari pontini del Movimento 5 stelle lasciano. Dopo le polemiche per le espulsioni via web di Massimo Artini e Stefania Pinna, i tre annunciano le dimissioni  dal Parlamento.

A deludere i pontini sarebbe stata la nomina del “direttorio”.

Il primo ad annunciare le dimissioni è il deputato Cristian Iannuzzi che lascia via Twitter: “Ho rassegnato dimissioni dal Parlamento ‬con gli altri due portavoce di Latina. Il rispetto di principi e regole vale più di una poltrona”. Iannuzzi, si è dimesso dal Parlamento con i due senatori Giuseppe Vacciano e Ivana Simeoni, che sua madre.

Il senatore Vacciano ci tiene a precisare via Facebook che ha “Consegnato la lettera di dimissioni irrevocabili dal Senato, NON dal gruppo parlamentare M5S. Lascio ai colleghi e ovviamente al nostro garante la decisione sulla mia permanenza nel gruppo parlamentare sino al momento dei definitivi saluti”, ma assicura: “Non ho alcun interse in altri partiti, gruppi, movimenti, correnti e tantomeno nel continuare a svolgere attività politica di qualsiasi livello”.

Vacciano sul suo profilo Facebook spiega le motivazioni delle sue dimissioni irrevocabili “Prima delle inutili speculazioni giornalistiche”.

SOCIAL – “Si tratta di una decisione presa già diverse settimane fa e che ho condiviso con il meetup locale nel quale sono “cresciuto” (Latina) e con i colleghi del Senato. Sono trascorse alcune settimane dal momento di tale decisione a quello della presentazione, per consentire al gruppo parlamentare di organizzare la mia sostituzione evitando allo stesso problemi burocratici (ho svolto in questi mesi la mansione piuttosto delicata di tesoriere) e soprattutto per non distogliere l’attenzione mediatica dagli importanti temi politici portati avanti dal Movimento in questo periodo (reddito di cittadinanza, legge anticorruzione, legge popolare per il referendum di indirizzo sull’ Euro, legge di stabilità e tutto quanto connesso con i noti eventi romani, che hanno visto il M5S quale unica forza politica non coinvolta). Alcune delle cose che seguono fanno parte della lettera che ho inviato al Gruppo Senato, altre vi forniranno alcuni chiarimenti riguardo la mia posizione e il mio futuro.

Quando incontrai per la prima volta il Movimento 5 Stelle, che all’epoca era un semplice meetup composto da 4 gatti, mi innamorai dei principi di democrazia diretta e di partecipazione che erano alla base del nostro pensiero.
Mi ritrovai perfettamente nell’idea che sta alla base del Non Statuto: quella democrazia partecipata che non doveva prevedere alcuna delega o rappresentanza, quel “decidere insieme” ogni strada politica da intraprendere, quell’articolo 4 che recita: “Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro. Esso vuole essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi.”
Le parole di Beppe, rivolte durante uno spettacolo a “quei ragazzi che in mezzo a mille difficoltà facevano cose straordinarie”, mi convinsero che solo partecipando attivamente alla vita della mia città e del mio Paese avrei contribuito a migliorarla.
Fu l’inizio di un percorso che ci portò, anche se in maniera frettolosa e incosciente, a partecipare alle elezioni comunali del 2011 e quindi alle nazionali 2 anni dopo.
Un percorso condiviso con tanti attivisti dei quali ho sempre cercato di portare, anche in Parlamento, la voce.
Devo dire che in questi mesi più di una volta mi è sembrato che alcuni di questi principi fossero messi in secondo piano o accantonati per un “bene superiore”, ho sempre esposto le mie perplessità in sede assembleare, ma ho continuato a seguire la linea delineata in attesa di tempi più sereni.
Tuttavia le decisioni prese e le scelte organizzative fatte nelle scorse settimane, a mio avviso sono distanti da quanto ho sostenuto e per il quale ho combattuto in questi anni: una democrazia partecipata intesa come formazione “congiunta” dei processi decisionali e non semplice ratifica.
Ho sempre cercato di essere coerente nelle decisioni e sin dal primo giorno dissi agli amici e attivisti di Latina che nel momento non mi fossi più ritenuto completamente in linea con le idee del Movimento, avrei ceduto il posto a qualcuno disponibile ad abbracciarle in maniera piena. In questo momento il fatto che io condivida o meno il merito delle scelte fatte ha poca importanza, il problema è di metodo. Quel metodo al quale ho sempre attribuito pari dignità rispetto al merito e che credo sia stato uno dei segni fortemente distintivi della nostra storia.
Oggi non riesco a identificare in questo Movimento (anche se sono fermamente convinto che rappresenti l’ultima speranza per il nostro Paese) alcuni elementi che per me erano fondamentali, nei quali credo profondamente e per i quali ho chiesto sacrifici non tanto a me stesso, quanto ai miei cari. Ignorare o fingere di ignorare questo fatto vorrebbe dire essere intellettualmente disonesto e approfittare della fiducia di tante persone.
Forse avevo frainteso io parte del progetto sin dall’inizio, forse no, non ha molta importanza. Certamente mi dispiace, ma ne prendo atto serenamente e nel rispetto delle scelte della rete, alla quale riconosco come sempre il pieno potere decisionale, lascio il posto al prossimo della lista.

Cosa succederà adesso:

– Lascio ai colleghi e ovviamente al nostro garante la decisione sulla mia permanenza nel gruppo parlamentare sino al momento dei definitivi saluti. Ad esso ho dato piena disponibilità e qualunque sia la decisione la accetterò senza alcun problema e senza polemiche. Ad ogni modo, qualunque sia la mia collocazione continuerò ad offrire al Movimento quelle poche competenze che ho (non sono certo un economista e tanto meno un premio Nobel) e che possono essere utili.

– Reitererò le dimissioni dal Senato fino alla loro accettazione che mi auguro avvenga al più presto. Chiarisco che l’eventuale assegnazione al gruppo misto in caso di estromissione dal gruppo M5S è inevitabile sino al momento in cui verranno accettate le dimissioni. E’ un obbligo, non una scelta.

– Continuerò a rispettare tutti gli accordi sottoscritti sia in termini di voto (seguirò le indicazioni del gruppo parlamentare, anche perché e ci tengo a sottolinearlo, ne condivido pienamente in forma e sostanza le battaglie e le decisioni sui temi politici) che di restituzione qualitativa e quantitativa delle eccedenze. Ho già provveduto a regolarizzare la mia posizione fino al mese di ottobre, ultimo al momento disponibile su tirendiconto e mi atterrò alle eventuali variazioni dovessero intervenire in futuro. Sono ovviamente disponibile a continuare ad utilizzare l’attuale piattaforma di rendicontazione sino alla fine del mio mandato o a concordare un altro mezzo per rendere pubbliche spese e restituzioni. Tutto (e anche qualche elemento in più) è comunque reperibile anche qui:http://www.meetup.com/beppegril…/…/boards/thread/33964652/20

– Non ho alcun interesse in altri partiti, gruppi, movimenti, correnti, spifferi o qualsiasi altra definizione e tantomeno nel continuare a svolgere attività politica di qualsiasi tipo e livello. Fuori dal Movimento significa per me fuori dalle istituzioni, dato che “grazie” al porcellum nessuno ha votato la mia persona, ma semplicememte il simbolo che sino ad oggi ho sentito di rappresentare.

– Non ho alcuna intenzione di rilasciare ulteriori dichiarazioni o interviste riguardanti le mie dimissioni, il gruppo parlamentare, Il Movimento, Beppe Grillo o chiunque altro, che vadano al di là di questo post e degli atti ufficiali liberamente consultabili sul sito del Senato. Non ho altro da dire.

– Ovviamente non ho nemmeno alcuna intenzione di partecipare a trasmissioni televisive di alcun tipo (ne’ mai l’ho avuta del resto). Risparmio a tutti messaggi e telefonate.

Al momento il mio unico obiettivo è tornare tranquillamente a svolgere il mio precedente lavoro, nonchè quello di papà e marito a tempo pieno.
E’ stata comunque un’esperienza unica che mi ha consentito di conoscere tante persone eccezionali, dentro e fuori dal Parlamento. Le ringrazio per tutti i momenti, anche difficili, che abbiamo condiviso.
Auguro a tutti i colleghi e a chi mi sostituirà di proseguire il proprio cammino politico e umano nel migliore dei modi.

SIMEONI – Con un laconico post su Facebook, dove viene attaccata da più di qualcuno, la Simeoni spiega che le dimissioni dal parlemente si sono rese necessarie “Per coerenza con i nostri ideali di 5 stelle, che non sono più più quelli che vengono ora perseguiti”.

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