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discussione in corso

Centrali a Biogas, se ne parla in commissione ambiente. E a Latina Scalo non si farà

Per la regolamentazione chiesto l'aiuto dei cittadini

un impianto a biogas

un impianto a biogas

LATINA – In seguito all’azione degli ultimi anni dei cittadini e dei comitati in difesa della salute pubblica anche la Commissione Urbanistica del Comune di Latina continua il suo percorso per arrivare all’approvazione del regolamento in materia di produzione di energia in zona agricola. Si è discusso ieri in commissione il regolamento per le centrali a Biogas. E’ emersa in commissione la volontà di approvare il documento nella prossima seduta tra sette giorni, previa valutazione delle indicazioni e delle proposte/suggerimenti dei cittadini. Nel caso specifico i rappresentanti del Comitato NO Biogas Latina, presenti all’incontro, si sono resi disponibili a fornire tali indicazioni.

RETE NO BIOGAS – “Ringraziamo il Presidente e la Commissione tutta per averci fatto partecipi e aver concesso a noi cittadini l’opportunità di rendersi utili fornendo ulteriori elementi che andranno ad integrare quanto già di buono impostato. Siamo certi che il Comune di Latina stia riprendendo la sua attività di controllo, programmazione e tutela del territorio per la tutela della qualità agricola, dell’ambiente e della salute dei cittadini contrastando così possibili aggressioni a carattere speculativo del territorio. Come cittadini chiediamo che gli impianti siano ad una distanza di sicurezza dalle scuole, chiese ed abitazioni a non meno di 5 Km. Chiediamo che gli impianti in zona agricola siano veramente adeguati all’azienda esistente, come prevede la norma urbanistica, altrimenti devono essere realizzati in zona industriale. Chiediamo altresì che l’assetto viario sia idoneo al transito degli innumerevoli mezzi pesanti che conferiscono le biomasse in questi impianti. In ogni caso tutti gli impianti devono essere adeguatamente censiti. Devono essere approvati solo quelli che possono essere controllati e devono rispettare non solo le norme sanitarie ma anche il principio di precauzione per evitare che le micro particelle prodotte  dalla combustione non vengano immesse in atmosfera creando danni enormi per la salute dell’uomo. Ci deve essere un piano regolatore che non permetta di spargere i residui della lavorazione (il famoso digestato) in maniera indiscriminata sui terreni a cielo aperto. Deve essere contestualmente approvata la variante urbanistica per gli impianti a rischio di incidente rilevante (quelli che appunto usano anche gas per produrre energia) della direttiva Seveso. Poi ci deve essere l’obbligo della bonifica a fine ciclo dell’impianto e la garanzia del ripristino post-mortem dei luoghi con reali fideiussioni bancarie che garantiscono la comunità non, come già successo, con pseudo-compagnie assicurative che non sono idonee e infatti sono già fallite mentre il carico di veleno delle centrali è ancora attivo!!

CALANDRINI – “Ho già espresso, lo scorso mese di giugno, alcune considerazioni, nettamente negative, sul progetto presentato al Comune di Latina relativo alla costruzione di una centrale biogas a Latina Scalo.

Ho chiaramente dichiarato la mia avversità, non perché contrario a prescindere verso questo tipo di impianti, ma perché ben consapevole di come una struttura di quel tipo avrebbe ulteriormente aggravato le criticità già insistenti sul quella porzione di territorio, creando un pericoloso contrasto con il rischio, neppure tanto remoto, di produrre nel tempo ricadute forse neppure considerate al momento della valutazione preliminare.
Un progetto che in mancanza di indirizzi programmatici per lo sviluppo del territorio avrebbe potuto incidere negativamente non solo sulla vivibilità dei cittadini, ma avere anche pericolose ricadute socio-economiche.
Ritengo che sia indispensabile che a guidare questi processi programmatici debba essere l’ente comunale e non altri tipi di autorità che impongano questo tipo di servitù. Non vorremmo veder ripetere quanto accade a Borgo Montello dove cittadini ed amministrazione comunale devono subire i provvedimenti regionali di ampliamento della discarica con tutto quello che ne consegue.
Ora è più che mai indispensabile che il nostro comune si doti di una idonea regolamentazione per la fattibilità di impianti di energia alternativa ed su questo non farò certo mancare il mio apporto.
Ho affermato, e lo ribadisco, la valenza di un tale progetto , ma rafforzo l’idea che impianti di questo tipo devono essere inseriti sul territorio con adeguate misure di salvaguardia dell’incolumità dei cittadini, rispettose delle vocazioni economiche della zona, a partire da quelle agricole, e che debbano offrire ricadute occupazionali ed economiche per il comune che le ospita.
Questo non è affatto il caso previsto dal progetto di Latina Scalo, come abbiamo fatto rilevare in varie sedi, non ultima quella regionale.
Possiamo oggi dire che le nostre azioni, e le criticità da noi evidenziate, hanno trovato ascolto presso la Regione Lazio determinando un arresto dell’iter approvativo dell’impianto”.

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