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Comune di latina

Sfiduciato il sindaco di Latina. Si apre il commissariamento

Di Giorgi: "La mia colpa? Essermi fidato dei miei assessori"

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LATINA – Dopo una maratona consiliare durata oltre 10 ore è stata votata la sfiducia al sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi. Dopo la rottura consumatasi tra le forze di maggioranza su Acqualatina e urbanistica,  si chiude anticipatamente il governo Di Giorgi. E’ la seconda volta consecutivamente che accade, prima c’era stata la sfiducia a Vincenzo Zaccheo.

I consiglieri di Fi e Cirilli hanno votato compatti la mozione presentata dal Pd e hanno messo il punto all’ esperienza del sindaco Di Giorgi che avevano contribuito a far eleggere e con il quale hanno governato per 4 anni. Venti voti a favore, sette contrari, tre astenuti (Fragiotta, Creo, Di Matteo), questo il risultato finale della votazione.  Il sindaco nel suo discorso ha puntato il dito contro gli ex alleati di Forza Italia e contro il patto scellerato con il Pd e ha definito tramontata un’epoca per il centrodestra: “L’abbraccio fraterno tra Fazzone e Moscardelli sulla pelle della nostra città”.

DE MARCHIS – “I latinensi che vogliono una città migliore condividono i motivi e apprezzano la decisione di sfiduciare il Sindaco. Hanno l’intelligenza per capire che la convergenza dei voti nel Consiglio Comunale è una dinamica normale nei regimi democratici  – gli risponde dal Pd il consigliere comunale Giorgio de Marchis – e non ha alcun valore strategico, tanto meno è la conseguenza di una visione comune di città. Solo chi si ostina a non riconoscere la drammaticità dello stato in cui è ridotta Latina, oppure non è libero di esprimere il proprio pensiero si rifugia dietro l’alibi dell’asse PD-FI”.

MOSCARDELLI – “Latina è finalmente libera dal disastro amministrativo della peggiore esperienza di governo della sua storia”, è il commento del senatore del Pd Claudio Moscardelli.

IL COMUNE DEPENDANCE DELLA PROCURA – “Sicuramente anche io ho le mie colpe  avendo governato con spirito di collegialità, dando autonomia e fiducia ai miei assessori, invece di accentrare tutto e gestendo come un despota.  E questo me lo devo proprio rimproverare perché ho lasciato troppo spazio a chi non lo meritava e mi ha ripagato trasformando gli uffici comunali in dependance della Procura, dei Carabinieri, del Nipaf, della Guardia di Finanza, della Questura, con innumerevoli inchieste in corso.  – è stato questo uno dei passaggi più duri del discorso del primo cittadino pieni di accuse per FI – E qui voglio fare un inciso: me ne vado a testa alta, sicuro che nessuna delle inchieste in corso mi vedrà colpevole e con la certezza che altri non possono dire la stessa cosa, e vedrete che il tempo, come sempre, sarà galantuomo”.

IL DISCORSO INTEGRALE DEL SINDACO – Il discorso del primo cittadino punta il dito contro l’asse Fi e Pd: “Presidente, consiglieri, cittadine e cittadini di Latina: esattamente quattro anni fa decine di migliaia di uomini e di donne hanno affidato i propri sogni, le proprie aspettative e le proprie speranze a coloro che sono oggi in quest’aula. Ed oggi eccoci finalmente qui a dire alla città perché andiamo a casa. Eccoci qui a dire che i signori Fazzone e Moscardelli hanno deciso che questa esperienza amministrativa deve finire. Per mandarmi a casa PD e Forza Italia saranno soci con una stretta di mano politicamente sporca e suicida che ha visto Forza Italia astenersi sul conto consuntivo dell’attività svolta principalmente dai suoi assessori, lasciando via libera al PD per bocciare il documento; quindi PD e Forza Italia, rifiutando ogni approfondimento e perfino il buon senso, hanno votato insieme la liquidazione della Latina Ambiente mettendo alla porta i lavoratori che chiedevano un confronto; ancora, il PD e Forza Italia sono andati insieme a firmare la sfiducia notarile per far cadere il sindaco di Terracina; infine il PD ha proposto il rinvio dell’assemblea di Acqualatina che Forza Italia subito ha accettato, pronta a far cadere anche Latina.  I partiti nascono e muoiono. Forza Italia oggi conclude la sua storia in maniera indecorosa: dopo il Flop elettorale delle regionali, con l’abbraccio fraterno tra Fazzone e Moscardelli sulla pelle della nostra città. I partiti nascono e muoiono, lo ripeto, ma gli uomini restano, così come resta la dignità con cui hanno interpretato il proprio ruolo istituzionale.

Gli elettori – A coloro che in queste ore mi hanno persino accusato d’irriconoscenza nei confronti di Forza Italia o di Fazzone, rispondo che nel maggio del 2011, io non sono stato eletto né da Berlusconi, né da Fazzone, né da Giorgia Meloni, né da tutti i personaggi regionali e nazionali che hanno partecipato alla mia campagna elettorale, e che pure ringrazio per questo. Ma vorrei che fosse chiaro a tutti che gli unici a cui ho sempre ritenuto di dover rispondere delle mie azioni – perché loro sì mi hanno votato ed eletto – sono gli operai delle nostre fabbriche, gli agricoltori, gli imprenditori, gli studenti, le madri, tutti coloro che disperatamente cercavano e ancora cercano un lavoro, gli uomini e le donne di Latina! Da loro siamo stati eletti, e solo a loro dobbiamo rispondere! E a loro erano dedicati i tre punti per continuare ad amministrare la città, perché solo a lei e ai suoi problemi dobbiamo rispondere. Sicuramente anche io ho le mie colpe avendo governato con spirito di collegialità, dando autonomia e fiducia ai miei assessori, invece di accentrare tutto e gestendo come un despota.  E questo me lo devo proprio rimproverare perché ho lasciato troppo spazio a chi non lo meritava e mi ha ripagato trasformando gli uffici comunali in dependance della Procura, dei Carabinieri, del Nipaf, della Guardia di Finanza, della Questura, con innumerevoli inchieste in corso. E qui voglio fare un inciso: me ne vado a testa alta, sicuro che nessuna delle inchieste in corso mi vedrà colpevole e con la certezza che altri non possono dire la stessa cosa, e vedrete che il tempo, come sempre, sarà galantuomo.

Le cose fatte – In questi quattro anni abbiamo lavorato a doppia velocità: da un parte il FARE, che, come testimoniato dal documento di uscita di Forza Italia dalla maggioranza, mai negli ultimi venti anni si sono fatte opere come in questi quattro anni; e dall’altra parte una sfiancante fibrillazione interna. Commissioni consiliari teatro di scontri tra persone della stessa coalizione o dello stesso partito con imboscate verso la maggioranza; consigli comunali mandati deserti per ripicche o perché non esaudivo i desideri del singolo consigliere; trattative politiche sfibranti per continue richieste di “bottega” per sistemare una strada o un marciapiede piuttosto che un dosso. Ad ogni bilancio riunioni su riunioni per decidere se mettere più soldi al verde o alle manutenzioni. Richieste riguardanti parenti o compagne dei figli o colleghi di studio da nominare assessori. E poi Forza Italia che minaccia di disertare la Giunta per approvare la macrostruttura perché il demanio marittimo non può essere diretto dall’ufficio ambiente.
La problematica del cimitero che rimane nel cassetto, perché esponenti di Forza Italia la bloccano e oggi non vogliono risolvere cose che la città deve sapere.

UN PASSO INDIETRO, LE DIMISSIONI RITIRATE – Sono questi i motivi per cui il 23 ottobre scorso, dopo tante riunioni e tentativi di ricomporre i contrasti in atto, seguiti anche alle elezioni provinciali, ho deciso di dare le dimissioni.
Perché la fiducia con cui vi avevo affidato le chiavi della città l’avete utilizzata per obiettivi personali. Nei 20 giorni seguiti alle mie dimissioni mi avete implorato, chiesto in ginocchio di tornare, avete convinto l’NCD a rientrare in maggioranza.
L’ultima sera ricorderete bene le vostre supplichevoli richieste di ritirare le dimissioni per quella paura matta che avevate di andare a casa, ma soprattutto per voler continuare nella vostra direzione. Quella sera davanti a voi ho accettato la nuova sfida di ripartire per il bene della città, per non lasciare incompiute tante opere e progetti, uno tra tutti le opere del PLUS che oggi, a poche settimane dallo loro inaugurazione, sembra quasi che a nessuno di voi interessino, ma soprattutto aver portato nella nostra città, vincendo la sfida con Roma, il Centro di Alta Diagnostica. Ma ho accettato di rimanere ad una condizione ben precisa: di avere CARTA BIANCA per procedere a quei cambiamenti di assetto capaci di rispondere alle esigenze non mie personali, ma della città. Carta bianca che mi sono preso imponendo un modo nuovo e autoritario di governare, affrontando, dando la linea, risolvendo questioni come il Cimitero e l’Urbanistica. Ma il nuovo Di Giorgi, che non vi ha lasciato più fare come avreste voluto, che in questi ultimi sei mesi è stato il bersaglio unico e congiunto di tutti voi, non va più bene. Le vostre lacrime di coccodrillo di ottobre si scontrano con la realtà: noi non vogliamo un Sindaco che vuole portare i Piani in Consiglio, che vuole togliere i 15 Euro e risolvere definitivamente la questione cimitero, che ci chiede di aspettare la “due diligence” per decidere il futuro della Latina Ambiente e permettere al personale della società di salvare il posto di lavoro. Ma sicuramente il vero, grande problema si chiama Urbanistica: insieme ai vertici di Forza Italia decidiamo che ci dobbiamo affidare alla Regione per capire se il percorso intrapreso è corretto e poi quando la Regione ci dà un parere che non vi piace, cioè quello di portare i Piani in Consiglio facendo scattare le norme di salvaguardia, è iniziata la vera guerra, dicendomi chiaramente che non si poteva e non si doveva fare. La mia ostinazione a cercare di risolvere la questione Urbanistica sanando errori, dando certezze del diritto, risolvendo definitivamente per i cittadini la problematica, ha creato il muro, il fossato, il solco invalicabile che ci porta oggi in questa aula. Forse sarò uno sprovveduto perché non so bene che cosa realmente ci sia dietro l’urbanistica di questa città e francamente non lo voglio neanche sapere. Saranno le indagini a darcene contezza.

Le previsioni – Vedete, come vi ho mostrato io non ho paura di andare a casa perché non è la mia sconfitta ma la vostra sconfitta. Sparirete dal panorama politico voi del Pd, che per mandarmi a casa fate un accordo e un abbraccio mortale con Forza Italia, che fino a ieri ha gestito e governato processi che voi avete osteggiato; e voi di Forza Italia siete arrivati alla resa finale: ignorate di voler bene a Latina, sempre agli ordini di Fondi. Ci avete provato con Ajmone Finestra, non votando il Piano regolatore e cercando di farlo cadere; avete preso gli ordini da Fazzone che quando si è accorto che Zaccheo, grazie ai voti presi da Stefano Galetto e da me alle elezioni regionali del 2010, lo avrebbe scalzato da segretario provinciale del PdL ed avrebbe messo fine al suo impero; e con la scusa di Striscia la Notizia, vi siete fatti accompagnare tutti dal notaio.
E oggi quando Fazzone ha visto che a Latina stava creandosi qualcosa che poteva mettere in pericolo il suo potere, ha trovato Moscardelli a cui ha appaltato Latina, e nuovamente vi ordina di mandare a casa un Sindaco.
Per la seconda volta in quattro anni parte da Fondi l’ordine di far cadere il governo liberamente scelto dagli uomini e dalle donne di Latina. Nella stessa maniera è caduta l’amministrazione di Terracina, di Sabaudia, di troppe altre città e già si parla di Cisterna, come la prossima città sulla lista nera di Fazzone, oltre che del suo nuovo amico Claudio Moscardelli. Ora io mi domando e dico: è stato eletto il nuovo Consiglio Comunale di Fondi, ma quando mai un cittadino di Latina, di Terracina o di Cisterna si è mai permesso di strappare ai cittadini di Fondi il governo che liberamente si sono scelti e votati negli ultimi vent’anni? E allora capirete bene che i veri sfiduciati di questa mozione siete voi, incapaci di essere protagonisti a favore della vostra città e sempre pronti a prendere ordini da chi ha deciso di liquidare il centrodestra per altri interessi e per altri obiettivi. Ma soprattutto la vera sfiducia è per questa città, che assiste a un patto vergognoso e scellerato tra Moscardelli e Fazzone che passa sopra le vostre teste di servi sciocchi e, quello che è più grave, sulle teste dei nostri cittadini e del bene collettivo. Basti pensare all’ultima che avete combinato solo l’altro giorno sulla Latina Ambiente, creando un danno, forse irreparabile, a 300 lavoratori. E’ la sfiducia a un’intera classe politica che non ha saputo fare gli interessi dei nostri cittadini e non è riuscita a tutelare la nostra città. La città vi sta guardando e vi sta giudicando, pronta ad accusarvi per non essere stati capaci di rispettare il mandato elettorale e di non aver saputo dare risposte ai problemi, pensando invece soltanto ad obbedire ad ordini superiori, sacrificando questa consiliatura e i suoi risultati a interessi che non appartengono alla nostra città. Andrò via sereno e ORGOGLIOSO DI NON PIACERE ALL’ASSE FAZZONE-MOSCARDELLI ma al tempo stesso amareggiato nel prendere atto che questa aula non pensa a Latina, ai suoi problemi e alla sua gente ma si limita a prendere ordini da fuori, consegnando la città ad una gestione commissariale ripetendo gli errori del passato e lasciando da soli i nostri concittadini ad affrontare le problematiche, condannando la città ad un brutto passo indietro solo per soddisfare diktat esterni.

Vi ringrazio comunque per quello che abbiamo fatto insieme in questi quattro anni, per le innumerevoli opere, regolamenti, pianificazioni, manifestazioni, idee, progetti, servizi che abbiamo regalato alla città. Io me ne vado a testa alta come sono entrato, con la coscienza di avere esclusivamente tutelato gli interessi dei cittadini di Latina, con la certezza che non ci sarà un Di Giorgi Bis e che il tempo, sempre galantuomo, renderà merito alle tante cose fatte, al segno e alle opere che abbiamo lasciato ai nostri figli e al loro futuro, ma soprattutto con l’assoluta convinzione che domani molti concittadini e i tanti elettori sapranno punirvi per aver tradito una città. Voglio chiudere con la citazione di un uomo che non proviene dalla cultura politica in cui sono nato e mi riconosco, ma piuttosto appartiene alla cultura politica in cui sono nati Claudio Fazzone e Claudio Moscardelli, ammesso che ne abbiano una.

Si tratta di una frase di Don Sturzo: La libertà è come l’aria: si vive nell’aria; se l’aria è viziata, si soffre; se l’aria è insufficiente, si soffoca; se l’aria manca si muore. Oggi in questo Consiglio Comunale c’è chi sceglierà di restare libero come l’aria e chi invece sceglierà di non esserlo, togliendo aria alla nostra città ed iscrivendo per sempre il proprio nome nella storia di Latina, non per quello che ha saputo fare nell’adempimento del proprio compito, ma per la fedeltà al capo del proprio partito. Ognuno sceglie di essere ciò che vuole. Io ho fatto la mia scelta e vi ho posto delle problematiche da risolvere. Voi fate la vostra. PERCHE’ A PRESCINDERE DALL’ESITO DI QUESTO CONSIGLIO SONO IO CHE NON VOGLIO PIU’ STARE INSIEME A VOI.

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L’INTERVISTA A DI GIORGI

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A CRONACA

il dibattito sulla sfiducia iniziato alle 10,30 è andato vanti fino alle alle 20 quando è stata votata la sfiducia. Confermato sin dall’apertura della seduta la sfiducia da parte di Forza Italia che ha parlato subito con il capogruppo Ialongo. Ha espresso il voto di sfiducia anche Cirilli. Il consigliere Patarini non vota la sfiducia. Ripepi: “L’amministrazione non va giudicata per l’erba alta, ma per e opere che hanno cambiato il volto alla città”.

Nel suo intervento il presidente del consiglio Nicola Calandrini di Fratelli D’Italia ha specificato: “La spaccatura nel centro destra è ora definitiva, si chiude un quadro. Il territorio è stato tradito, i giochi sono fatti. Da domani saremo tutti  in campagna elettorale”.

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In aula tanti cittadini dei movimenti civici. Hanno parlato i consiglieri del Pd Cozzolino e Zuliani, che hanno ripercorso gli ultimi anni dell’amministrazione sottolineando il degrado materiale in cui versa la città, come la metro, il cimitero, l’urbanistica, ma anche il degrado etico con inchieste che coinvolgono numerosi amministratori.

Si sono rivelate infondate invece, le voci diffuse nelle ultime ore di dimissioni del sindaco per evitare la sfiducia.

“Volevo affrontare la crisi in consiglio – ha detto il sindaco Di Giorgi  – portando all’attenzione tre tematiche importanti da risolvere: la Latinambiente, il cimitero e l’urbanistica. Purtroppo su questi tre punti non ho trovato la convergenza di Forza Italia. Sono qui per dire che non ho alcuna intenzione di andare avanti, non ci sono le condizioni ed è evidente l’esistenza di un asse forte tra Fazzone e Moscardelli che ha condizionato questa amministrazione”.

ASCOLTA il sindaco Di Giorgi:

ALLEANZA PERVERSA – “Il Consiglio comunale si avvia a segnare in maniera indelebile la morte della politica – scrive in una nota il deputato di fratelli d’italia Pasquale Maietta – La sfiducia al sindaco Di Giorgi, che la perversa alleanza tra Pd e Forza Italia ha deciso di votare per mettere fine alla consiliatura, è la resa della città a bassi interessi frutto dell’accordo tra Moscardelli e Fazzone, una strategia in atto da tempo che ha già visto la caduta del Comune di Terracina e che porterà ora anche alla caduta di Latina”.

IL CONSIGLIO – Come sempre in politica nulla è scontato: alle 10,30 è previsto l’avvio dell’assise chiamata ad esprimere il proprio parere sulla mozione del Pd, secondo le previsioni si aprirà il dibattito per esprimere le posizioni, per ultimo parlerà il sindaco. Poi il voto

(le interviste e gli approfondimenti dall’aula sono di Roberta Sottoriva)

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