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economia

Movimprese: trend in crescita per Latina. Le imprese guardano al futuro con ottimismo

Nel Lazio il dato migliore è quello di Roma, subito dopo arriva Latina

camera_commercio_latinaLATINA – La camera di Commercio rende noti i dati di Osserfare, l’osservatorio economico di Movimprese e i segnali sono molto positivi. Su scala regionale, il Lazio conferma la migliore performance in termini di crescita, con un +1,71%, seguito a breve distanza dalla Campania. Su base provinciale, come di consueto, la Capitale conferma il valore di crescita demografica più elevato (+2,05%). Subito dopo Roma, Latina si conferma la provincia più vivace in termini di crescita imprenditoriale (+1,01%), peraltro, in decisa accelerazione rispetto al 2014. Per la prima volta in serie storica, il IV trimestre 2015 chiude con un bilancio positivo a tutti i livelli territoriali. In provincia di Latina, a fine 2015 lo stock di imprese è pari a 57.659 unità registrate, di cui quasi l’82% attive, per un saldo positivo in termini assoluti di 579 unità. Il tasso di natalità provinciale si attesta al +6,61%, in miglioramento rispetto alle evidenze rilevate l’anno precedente (+6,40%), a fronte di un tasso di mortalità del 5,60% lievemente inferiore a quanto emerso nel 2014 (5,73%). La risultante è un ribalzo in termini di crescita, che dallo 0,66% del 2014, si alimenta di nuove energie imprenditoriali, superando la soglia dell’1%, abbandonata a partire dal 2012.
Ad ulteriore conferma di un clima più favorevole, vale la pena ricordare anche che nel corso dell’ultimo anno le aperture di procedure concorsuali (fallimenti e concordati) in provincia di Latina si sono ridotte in misura considerevole, attestandosi a 110 unità, circa 1/3 in meno rispetto alle risultanze 2014.
Cresce anche il tasso di sopravvivenza delle imprese attive entro il secondo anno di vita rispetto a cinque anni fa, attestandosi al 74,6%, a fronte del 71,8% riferito alle imprese iscritte nel corso del 2010; l’indicatore migliora per la gran parte dei settori, fatta eccezione per l’agricoltura, che in ogni caso mostra valori nettamente superiori alla media (nel corso del 2015 si attesta all’85,8% la quota di imprese sopravvissute entro il secondo anno di attività) e per il commercio (70,3%).

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