BORGO FAITI – Non si arrende il Museo di Piana delle Orme creato dal collezionista di Latina Mariano De Pasquale dopo la sentenza del Tribunale di Roma secondo la quale il carro armato anfibio Sherman DD, definito “bene di sopravvenuta culturalità”, non poteva essere “privatizzato” e pertanto ne dispone la restituzione allo Stato.
“Pur nel rispetto dell’autorità giudiziaria, il Museo ricorre in appello – spiegano da Piana delle Orme – Nessuno nega la proprietà del bene al patrimonio culturale italiano, ma sottrarlo all’istituzione museale che non solo lo ha recuperato, ma restaurato, riqualificato e valorizzato custodendolo dal 2002 significa depauperare il suo valore storico-culturale che invece il museo, da subito, ha intuito e valorizzato, a dimostrazione sensibilità e competenza di una istituzione che ogni anno conta numerosissimi visitatori, essendo il museo fruibile tutto l’anno anche con percorsi differenziati e laboratori didattici per le scuole di ogni ordine e grado”.
A Piana delle Orme lo Sherman DD è perfettamente contestualizzato in un percorso filologico. E proprio su questo che dovrebbe riflettere l’opinione pubblica, alla quale si chiede di immedesimarsi nella storia di questo carro armato. Non un cimelio da contendersi, ma un pezzo di storia da raccontare. “Togliere il carro armato anfibio dal museo di Piana delle Orme potrebbe avere lo stesso effetto negativo e devastante che togliere per sempre dal museo del Louvre di Parigi la “Gioconda” di Leonardo”.
“Non si vuole alimentare uno sterile scontro tra pubblico e privato, se il fine ultimo è la valorizzazione e tutela del carroarmato, riconoscendone la proprietà allo Stato, non si comprende il motivo per cui dovrebbe essere tolto al Museo Piana delle Orme per essere assegnato ad un museo dove non sarebbe contestualizzato come invece lo è, in modo storicamente ineccepibile ed articolato, nei suoi spazi.
Piana delle Orme – che ricordiamo è un museo privato legalmente riconosciuto ed inserito nell’Organizzazione Museale Regionale – inoltre, a differenza dello Stato, ha subito compresa la qualificazione di culturalità al carro armato, ed agendo così come previsto dalla Costituzione Italiana, ha promosso la conservazione, la fruizione e la valorizzazione del bene culturale come principio fondamentale della Repubblica, sostituendosi all’Ente pubblico”.
LA STORIA – Nel 2000 l’US. Navy cercò di recuperare il carro. Il tentativo fallì. È evidente che fu solo per un caso fortuito se oggi il carro non si trova negli USA. Nel lasso di tempo tra il 2000 e il 2002, nessun altro, oltre all’US Navy e al museo di Piana delle Orme, ha dimostrato interesse per il carro armato, nonostante la sua esistenza fosse più che nota a tutti. Il carro armato DD è stato salvato dalla corrosione e dall’indifferenza solo grazie allo zelo e all’amore per la storia dell’Associazione Culturale AR.CO. Archivio & Conservazione, dei titolari, dei dirigenti e dei collaboratori del museo e, soprattutto, contando esclusivamente sulle proprie risorse.
Il carro armato Sherman DD è esposto all’interno del Museo dove, è assicurata oltre alla sua custodia, la manutenzione ordinaria e straordinaria. A causa della sua lunga permanenza in mare, infatti, il mezzo corazzato necessita di continui trattamenti, che solo grazie ad una lunga ricerca il museo è riuscito ad ottenere e ad ottimizzare.
Non risultano esservi strutture museali dedicate alla Seconda Guerra Mondiale altrettanto capaci di contestualizzare ed esprimere tutte le significanze e le implicazioni, passate e moderne, dei reperti esposti.
Il carro armato è parte importante di una collezione che ha trovato nel progetto museologico una variegata valenza di contenuti che vanno oltre la semplice esposizione.
