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il caso

Lollo può ancora giudicare. L’ex magistrato di Latina nella Commissione Tributaria del Molise

Travolto dallo scandalo nella sezione fallimentare compare negli elenchi trasferito da Latina a Campobasso

Il giudice Lollo

LATINA – Un nuovo caso riporta sulle prime pagine dei quotidiani locali il nome dell’ex giudice di Latina, Antonio Lollo travolto dallo scandalo dei fallimenti pilotati che ha coinvolto anche molti professionisti del capoluogo accusati di pagare il magistrato per ottenere incarichi superpagati. Il nome di Lollo torna, perché nonostante le dimissioni dalla magistratura può ancora far parte delle commissioni tributarie e di fatto è considerato idoneo. Negli elenchi di questi organismi che si occupano specificamente di tributi sono infatti inclusi anche i magistrati a riposo e componenti non togati laureati in giurisprudenza o in economia e commercio.

Per quanto riguarda Lollo è emerso in questi giorni (ma la delibera risale a qualche mese fa) che essendo in sovrannumero nella commissione tributaria di Latina è stato trasferito nelle liste del Molise e precisamente a Campobasso. E’ opportuno? Sotto inchiesta a Perugia l’ex togato, che ha deciso di collaborare e ora è libero, ma resta  in attesa della richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura del capoluogo umbro che ha svolto l’inchiesta-scandalo.

QUALCHE INFORMAZIONE SULLE COMMISSIONI– Le Commissioni Tributarie (Provinciali e Regionali) si occupano dei ricorsi di tutti i contribuenti che ritengono infondate le richieste dell’amministrazione finanziaria e di altri enti impositori. Apartengono alla giurisdizione delle Commissioni Tributarie tutti i tributi; il catasto e l’estimo;
le sovrimposte, le addizionali, le sanzioni amministrative irrogate da Uffici finanziari, gli interessi e ogni altro accessorio.

I COMPONENTI – I componenti delle commissioni tributarie sono nominati con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, previa deliberazione del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria. La nomina avviene secondo l’ordine di collocazione in elenchi formati per ogni commissione tributaria, nei quali sono inseriti coloro che hanno i requisiti. I presidenti delle commissioni tributarie e delle loro sezioni sono scelti tra i magistrati ordinari, amministrativi o militari, in servizio o a riposo.
I vicepresidenti tra gli stessi magistrati o tra i componenti “non togati” che hanno esercitato per almeno cinque anni (per le commissioni provinciali) o dieci anni (per le commissioni regionali) le funzioni di giudice tributario, se laureati in giurisprudenza o in economia e commercio.

Altri componenti possono essere, funzionari civili dello stato in servizio o a riposo, ufficiali della Guardia di finanza a riposo, coloro che possiedono determinate abilitazioni professionali (notai, avvocati, dottori commercialisti, ecc.) e, limitatamente alle commissioni provinciali, coloro che hanno conseguito da almeno due anni la laurea in giurisprudenza o economia e commercio.

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