LATINA – Era di Latina la bimba di 9 anni morta lo scorso 28 aprile all’Ospedale Bambino Gesù di Roma a causa delle complicanze del morbillo. La bambina che soffriva di una patologia genetica grave non era stata vaccinata. Quando si sono manifestati i primi sintomi è stata portata a Roma dove è rimasta ricoverata in ospedale in Terapia Intensiva per 9 giorni, quindi il decesso.
Secondo quanto dichiarato dall’ospedale Bambino Gesù in una nota ufficiale divulgata dall’Ansa, la bambina, nata a febbraio 2008 e residente nel comune di Latina era affetta da una cromosopatia, che comunque non la rendeva incompatibile alla vaccinazione. Le complicanze riportate dalla piccola sono polmonite e insufficienza respiratoria, che sarebbe anche la causa della morte.
La piccola non era passata dal Goretti di Latina: “Abbiamo casi di morbillo – spiega il direttore del nosocomio Sergio Parrocchia – posso certamente dire che anche Latina soffre dell’epidemia che si sta riscontrando in Italia. Abbiamo diversi casi di pazienti ricoverati e alcuni sono pediatrici, i più gravi, se insorgono complicazioni, vengono trasferiti a Roma, al Bambino Gesù”. Il Lazio si conferma intanto una delle regioni italiane a maggior tasso di incidenza per il morbillo.
Per la bambina, l’inizio dei sintomi (febbre e congiuntivite) risale al 14 aprile e la diagnosi di morbillo è stata confermata in laboratorio il 26 aprile. La bambina “avrebbe potuto essere vaccinata e avrebbe potuto salvarsi se lo fosse stata”, afferma all’Ansa il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Walter Ricciardi. “Per questa bambina – spiega Ricciardi – la vaccinazione era anzi molto più utile, e questo perchè i bambini a rischio per particolari patologia sono quelli per i quali la vaccinazione è maggiormente indicata. La piccola si sarebbe potuta salvare se fosse stata immunizzata contro il morbillo”. Fondamentale, avverte, “è dunque un richiamo a tutti i medici perchè vaccinino i bambini a rischio. Ci sono patologie in presenza delle quali le vaccinazioni non sono possibili in quanto il sistema immunitario è compromesso, ma in altre patologie, come quelle genetiche – rileva Ricciardi – vaccinare è ancora più importante”.