LATINA – E’ arrivata a oltre 21 mila firme la petizione internazionale per chiedere la liberazione di Carmine Sciaudone, il 35enne di Latina detenuto a Bali dopo essere stato assolto in primo grado dall’accusa di lavorare clandestinamente sull’isola indonesiana dove si era trasferito da qualche tempo.
Il papà di Carmine torna a farsi vivo, dopo mesi di paziente silenzio e spiega: “Ad oggi Carmine è ancora in attesa che la Corte Suprema esamini il ricorso alla sentenza di assoluzione di 1° grado. Voglio sempre ricordare che fu accusato di svolgere un’attività non conforme al visto dai turista, una sera, su una barca, invitato, sistemava un proiettore”.
Del caso si sono interessati senza successo la Farnesina, il Sindaco di Latina, la Nunziatura Apostolica, il Vescovo, viceministri e qualche giorno fa anche il ministro Angelino Alfano. “Ma è dal 22 maggio del 2016 che questa storia va avanti, mio figlio non ha fatto nulla ed è molto provato voglio riportarlo a casa” è l’appello di Gaetano Sciaudone.
Il caso di Carmine era stato portato all’attenzione nazionale anche dall’organizzazione internazionale Prigionieri del Silenzio come un caso di violazione dei diritti umani. Carmine è ancora oggi prigioniero del silenzio.