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cronaca

Sangue infetto al Goretti, 90enne risarcito con 100 mila euro

Le trasfusioni risalgono al 1972. L'avvocato: "Una somma che si può definire una mancia prima di morire"

Human blood in storage

LATINA – Arriva a distanza di 45 anni, un risarcimento di 100 mila euro per un 90enne di Latina era stato sottoposto nel 1972 a trasfusioni di sangue, poi risultato infetto, presso l’ospedale Goretti di Latina.

Nel 1997 l’uomo era risultato positivo all’epatite B e all’epatite C e aveva chiesto lo speciale indennizzo di circa 800euro al mese che gli venne prima rifiutato e riconosciuto solo nel 2005 dal Tribunale di Latina a seguito di una lunga battaglia legale. Due anni dopo, l’avvocato Renato Mattarelli che ha assistito l’uomo ha iniziato la causa contro il Ministero della Salute, che non aveva controllato il sangue trasfuso al Goretti, per ottenere l’integrale risarcimento dei danni sofferti dall’uomo che da 45 anni deve convivere con due dei più aggressivi virus in circolazione e cui si sono aggiunti il TTV (Transfusion Transmitted Virus – virus trasmesso attraverso trasfusione).

Vista l’età avanzata dell’uomo e le appena promulgate leggi n. 222/2007 e 244/2007 (le Transazioni per i soggetti danneggiati da sangue infetto in causa contro lo Stato Italiano) l’avvocato Renato Mattarelli aderiva alla transazione che da li a poco dovevano essere sottoscritte, per circa 6.700 cause in corso al 31 dicembre 2007, e che prevedevano nel caso del pontino contagiato al Goretti una chiusura per circa 300mila euro. La procedura delle transazioni si è invece protratto per anni e ad oggi non ne è stata conclusa nemmeno una. In questi 10 anni fra cause di primo e di secondo grado l’uomo di Latina ha quasi raggiunto i 90 anni e per non accumulare ulteriore ritardo l’anno scorso l’avvocato Mattarelli ha concluso con il Ministero un accordo transattivo a 100mila euro. Questa settimana l’uomo di Latina si è visto finalmente accreditare una somma che se non avesse avuto 90 anni non avrebbe accettato.

Quelle delle transazioni mai concluse ( risarcimenti elevati) e concluse invece a gettone fisso di 100mila euro per tutti i soggetti in causa è praticamente un’astuta operazione politica definita addirittura con legge per costringere migliaia di danneggiati da trasfusioni di sangue infetto, presi dallo sfinimento del tempo che passa, ad accettare, loro malgrado, quella che definire una “Mancia prima di morire” non è poi cosi sbagliato.

Non sono pochi infatti i casi di danneggiati in causa contro il Ministero della Salute che muoiono prima della conclusione del processo o prima di ricevere il dovuto risarcimento che in media viene pagato dopo 3 – 4 anni dalla sentenza definitiva di condanna.

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