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da latina

Vigilanza privata, adesione compatta allo sciopero di Roma

Chiedono il rinnovo del contratto

LATINA – Adesione compatta alla sciopero che si è tenuto oggi, venerdì, a Roma. In alcune aziende pontine il 90% dei vigilanti privati hanno aderito alla manifestazione in piazza SS Apostoli al grido di “Senza contratto non c’è sicurezza”. “Non accettiamo le proposte indecenti delle associazioni datoriali – spiega Gianfranco Cartisano della Uiltucs Uil di Latina – vogliamo il contratto, abbiamo dignità e lo abbiamo dimostrato bloccando il settore a Latina, continueremo la nostra battaglia”.

“Lo sciopero delle Guardie Particolari Giurate e degli Addetti ai Servizi di Sicurezza non è stato solo un momento di mobilitazione per il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro scaduto ormai da tre anni, ma anche un momento di denuncia della situazione in cui vive il Paese e della quale i lavoratori sono vittime”.

I cittadini hanno richiesta sempre maggiore di sicurezza, senza però che venga affrontato il tema delle condizioni delle imprese e dei dipendenti che dovrebbero fornirla. “Come molti altri servizi in appalto, il ridimensionamento della spesa da parte del committente pubblico ha generato una concorrenza sfrenata da parte delle aziende che, pur di accaparrarsi il singolo contratto, hanno accettato prezzi nettamente inferiori al costo del lavoro del personale impiegato. Scelta che ha comportato la riduzione dei margini economici e l’inizio della crisi. Il Ministero dell’Interno e le Prefetture – denunciano i sindacati – non procede alla verifica dei requisiti per la certificazione di qualità delle aziende (sebbene i termini fissati dal DM n. 115/2014 siano scaduti) e si consente a imprese che risultano debitrici per decine di migliaia di euro verso l’Erario (IVA e altri tributi) possano comunque ottenere affidamenti per importanti servizi da parte della Pubblica Amministrazione”.

Dopo un anno di trattative, le Associazioni Datoriali – solitamente divise al loro interno – si sono presentate con la “piattaforma restitutiva” in cui rigettano le richieste presentate dalle Confederazioni, e vogliono anche maggiore flessibilità e aumento dell’orario di lavoro settimanale (fino a 45 ore), costi inferiori per il lavoro straordinario, riduzione del trattamento economico in caso di malattia e “mano libera” per la gestione dei cambi di appalto. Occorre invertire completamente la rotta e ridare la dignità ai lavoratori di questo importante settore.

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