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passato e futuro

A Latina il 25 aprile rilanciato dai giovani: “Libertà e democrazia valori perenni”

La cerimonia dell'Anpi in Parco Falcone e Borsellino

LATINA – Un bel 25 aprile nel segno dei giovani, della libertà e della democrazia quello celebrato questa mattina in Parco Falcone e Borsellino a Latina. “Non un esercizio formale da svolgere passivamente ma la rappresentazione di un valore imprescindibile da cui dobbiamo sempre partire: la Memoria”, ha sottolineato nel suo discorso il sindaco di Latina Damiano Coletta, ricordando che dopo venti anni di dittatura e cinque di guerra “si rialzò la testa e si combatté contro tutto questo. Perché la Resistenza fu una sollevazione popolare nata spontaneamente nelle città, nelle periferie, nelle campagne e sulle montagne, coglieva il bisogno di pace, di giustizia e di libertà”. Una premessa per poi rimarcare con fermezza che “antifascismo non vuol dire comunismo, come qualcuno erroneamente spesso vuole far credere, antifascismo significa democrazia e libertà. Qualcuno ha parlato di derby tra destra e sinistra. Noi parliamo di scelta tra la dittatura e la democrazia. E la nostra scelta è di stare sempre dalla parte della democrazia e quindi della libertà”, ha concluso Coletta.

I GIOVANI LA PARTE PIU’ BELLA – Davanti al prefetto Maria Rosa Trio e alle altre autorità civili e militari intervenute, mentre l’Italia celebra l’azione eroica e il sacrificio di vite umane, di donne e uomini spesso giovanissimi che hanno combattuto per la Liberazione dell’Italia dalla dittatura nazifascista, a Latina la parte più bella sono stati  i ragazzi. Pochi, ma limpidi e solidi. Hanno raccolto l’eredità di nonni e bisnonni, compreso il senso reale della Costituzione riuscendo a cogliere l’eredità più profonda lasciata dalle generazioni passate, così lontane e così vicine, perché i valori restano e possono indicare la strada. Hanno saputo spiegare ad alta voce, senza timori, che cosa sono per loro oggi la Resistenza e la Liberazione. Lo ha fatto  Marco Polese, 32 anni, neo presidente dell’ANPI, lo ha fatto la giovanissima liceale del Manzoni, Marta Vettoretti, 17 anni, a capo della Rete degli Studenti Medi.

“Occorre, in questi anni difficili in cui lo slancio originario scema, ritrovare la visione unitaria dei Costituenti,  bisogna quindi ridare centralità alla nostra Carta fondamentale, al messaggio inclusivo che reca con sé, ad un testo che sia pure non privo di imperfezioni, riuscì a trovare la sintesi di visioni del mondo contrapposte e talvolta antitetiche come la concezione comunista, quella cattolica e quella liberale”. Citando Umberto Eco, Polese ha poi suggerito che le lancette della storia possono tornare indietro spiegando che “non si tratta di un ritorno al fascismo così come lo conosciamo, sarebbe troppo facile, il fascismo può ancora tornare sotto le più diverse spoglie, ma il nostro dovere è di smascherarlo e puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme”.  Da qui il richiamo a Ventotene, all’aspirazione alla libertà che non è stata vinta, all’Europa  – così come l’avevano pensata i padri costituenti – che oggi offre una “chiave per non tornare indietro” indicando valori perenni cui ispirarci, la  pace, la giustizia sociale, la libertà e che i nuovi partigiani devono combattere per un’Europa più solidale, più democratica, più inclusiva, e quindi anche antifascista.

POLITICA NON PROPAGANDA – “Siamo ragazzi con diversi orientamenti politici, o più semplicemente con diversi pensieri, ma con gli stessi valori, liberi da partitismi, ma facciamo comunque politica, perché incontrarsi, parlare e mettere in comune idee è politica nel suo senso più nobile – ha detto Marta Vettoretti rimarcando che spesso “fare politica si confonde con fare propaganda partitica. Difatti, ogni incontro politico, come può essere quello nostro oggi, viene facilmente screditato e messo da parte perché diventa o di una bandiera o di un’altra, rinunciando così ad ogni possibilità di incontro”.  Un discorso lineare, applaudito a più riprese, quello della 17enne di Latina che ha voluto  ricordare come il comitato di Liberazione Nazionale fosse all’epoca, infatti, formato “non da una sola bandiera, ma da comunisti, azionisti, monarchici, democristiani, liberali, socialisti, repubblicani e anarchici”.

GIOVANI IERI – Era giovane, anzi bambina, 74 anni fa Carmen Martinelli, figlia di partigiani che racconta lucidamente di essere stata espulsa da scuola perché non aveva aderito ai Balilla: “Vivevo in una mansarda a Milano. Lì a casa mia si è svolta tutta la lotta di Liberazione. Io mi ricordo da piccola che proprio di fronte a me c’era una donna che frequentava le SS: lei mangiava polli, io invece mangiavo il sangue della gallina”.

VERSO IL 25 MAGGIO – Torna in questo 25 aprile anche l’invito rivolto da Patrizia Amodio del Centro Donna Lilith a istituire anche la Festa della Liberazione di Latina, che ricorre fra un mese, il 25 maggio, quando le truppe alleate provenienti da sud e da Anzio si incontrarono a Borgo Grappa.

In rappresentanza della Provincia che ha patrocinato l’evento è intervenuto il delegato Ernesto Coletta.

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