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politica

Europee, De Meo è il più votato in Forza Italia dopo Tajani

Il coordinatore Fazzone: "Subito una riorganizzazione del partito"

EUROPEE – Con 22.406 preferenze raccolte, Salvatore De Meo è il secondo candidato di Forza Italia più votato nella Circoscrizione Italia centrale (Lazio, Umbria, Toscana e Marche) alle Elezioni Europee del 26 maggio scorso. L’esito delle urne sancisce infatti che il Sindaco di Fondi è preceduto solo dal Presidente uscente del Parlamento Europeo Antonio Tajani. «Ho accettato con grande entusiasmo questa difficilissima sfida – afferma De Meo – nella certezza di non essere solo, perché affiancato e sostenuto da migliaia di persone che vivono nei territori e dei quali, da amministratore locale, conosco le esigenze. La mia candidatura è stata la loro candidatura, e il risultato raggiunto gratifica me e coloro i quali hanno riposto in Salvatore De Meo la loro fiducia. Ringrazio il coordinatore regionale di Forza Italia Sen. Claudio Fazzone, la classe dirigente provinciale e gli attivisti del mio partito per aver creduto in me e per la passione e l’attivismo messi in campo in queste settimane senza alcun risparmio di energie. E sono grato agli elettori per aver apprezzato e condiviso il progetto politico di cui mi sono fatto interprete e l’impegno che ho garantito per la crescita dei territori. Questo risultato ha un valore tanto più grande se si considera che l’abbiamo raggiunto da soli, e ci incoraggia a continuare a batterci per rappresentare le esigenze delle persone. Spero di riuscire ad esprimere la mia gratitudine nei confronti degli elettori attraverso un sempre maggiore impegno per dare a tutti un futuro migliore. Da uomo di partito che milita con coerenza da oltre due decenni in Forza Italia ho accolto la richiesta di candidatura con spirito di servizio, nella convinzione che si dovesse dare il proprio contributo alla propria casa politica. Ma ora serve una rifondazione del partito, non più rinviabile, che nasca dai territori e si concretizzi nei territori, con un radicamento vero, da dove Forza Italia deve ripartire per rinnovarsi, ascoltando le istanze dei cittadini e valorizzando la determinazione, la competenza e l’efficienza della classe dirigente locale, e affrontare con slancio e determinazione le sfide politiche dell’immediato futuro. Solo mettendo salde e profonde radici nei territori Forza Italia potrà farsi interprete autentico dei bisogni delle persone e delle istanze delle categorie produttive e riconquistare così fiducia e consenso, riallacciando un dialogo da troppo tempo interrotto».

FAZZONE – “Intendo innanzitutto esprimere la mia personale soddisfazione per l’ingresso del nostro leader Silvio Berlusconi nel Parlamento europeo. Un’elezione che lo ripaga dall’amarezza dell’esclusione dal Senato italiano, avvenuta nel 2013, per via della legge Severino. Purtroppo devo prendere atto che Forza Italia così non va. Non è più rinviabile la sua riorganizzazione. E’ ormai fondamentale cambiare tutto. Bisogna avere il coraggio di procedere ad una svolta chiara e decisa. Forza Italia deve lasciarsi alle spalle il verticismo e diventare un partito pluralista. Capace di dare spazio ad una nuova classe dirigente che provenga dai territori e sappia incarnarne le esigenze trovando risposte alle troppe criticità che attanagliano le nostre comunità. Lo ribadisco, dobbiamo recuperare il rapporto tra il territorio e i nostri elettori. Il partito non si è saputo rinnovare, conseguentemente non è stato capace di fare un’attenta analisi al proprio interno e domandarsi perché c’è stata una perdita di consensi. In questi anni il partito non si è saputo rinnovare e non è stato capace di innovare. Questo perché è rimasto ancorato alle decisioni di alcune persone, che nulla hanno a che fare con la politica e mai si sono calate nelle difficoltà della politica. Personaggi che impartivano solo consigli non corrispondenti alle esigenze richieste dal Paese. Sono stati penalizzati coloro i quali hanno lavorato con grande spirito di sacrificio nelle realtà locali. Si è deciso infatti di candidare persone estranee al lavoro quotidiano della politica svolta nei territori, preferendo amici, segretarie, parenti.
FI a mio parere deve avere una linea politica precisa. Serve una nuova direzione del partito, da scegliere attraverso elezioni. Serve un organismo interno più omogeneo e rappresentativo di tutte le aree geografiche del Paese.
Ringraziamo Berlusconi per tutto quello che ci ha dato in questi 25 anni, ma ora dobbiamo riorganizzare il partito per i prossimi 25 anni e questo è possibile valorizzando la classe dirigente dei territori. Le candidature devono corrispondere almeno per il 70-80% al volere dei nostri elettori. Personalmente sono favorevole ad implementare la classe dirigente con l’ingresso di persone provenienti dal mondo delle professioni, con particolare riguardo alla classe imprenditoriale, al ceto medio produttivo, al mondo della scuola e del sociale. E’ giusto che la classe dirigente di un partito sia rappresentativa di tutti i ceti.
Purtroppo mi duole constatare che FI ha perso di credibilità, tanto da non avere più il voto d’opinione di una volta.
Un partito si deve rinnovare in tutto, anche nelle presenze degli esponenti in televisione. Possiamo vedere in video le stesse facce da circa trent’anni? Vogliamo dare una prospettiva ed entusiasmo alla nostra gente?
Per questo è necessario modificare radicalmente l’impostazione di base. Leggo in queste ore con piacere l’intervento di diversi colleghi, che commentano i risultati elettorali. Ricordo che tanti di loro hanno ricoperto incarichi di prestigio nel partito e nei governi da noi presieduti. Anche su di loro devono ricadere molte responsabilità su quanto sta avvenendo. Occorrerebbe fare un’approfondita analisi interna, perché è troppo facile rifugiarsi dietro Berlusconi.
Io dico che è necessario prendere in mano la situazione, modificando l’attuale assetto organizzativo e portando in Parlamento esponenti dei territori. E’ ovvio che la riorganizzazione deve partire anche dalla ricerca di un nuovo leader. Ad oggi non sembra esserci nel nostro partito, ma va ricercato o costruito.
La linea politica del partito non può essere il frutto di decisioni prese da persone che nulla hanno a che fare con la politica e mai calatesi sul territorio. Come ho tenuto a ribadire in campagna elettorale, o cambiamo o ci cambiano. Io ritengo che siamo ancora in tempo per tornare ad essere un grande partito.
Ma se non emergerà la voglia di cambiamento secondo me urgente e prioritaria, bisognerà avere il coraggio di mettere in liquidazione il partito. Cosa che io mi auguro non avvenga.
Solo in questo modo, una nuova Forza Italia composta da persone diverse può recuperare la credibilità, tornare ad essere attrattiva ed un punto di riferimento nel centrodestra”.
Lo dichiara in una nota il coordinatore regionale di Forza Italia Lazio, senatore Claudio Fazzone.

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