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politica

Giovanna Miele: “In tre anni di Coletta non è cambiato niente”

La consigliera elenca quello che non è stato fatto dall'amministrazione comunale di Latina

LATINA – Dopo il bilancio di tre anni di amministrazione del sindaco Damiano Coletta, anche l’opposizione, con la consigliera di Forza Italia Giovanna Miele, traccia un bilancio: “Dopo tre anni di amministrazione comunale possiamo dare per acclarato che il “todo cambia” di Damiano Coletta e Latina Bene Comune era uno slogan buono per raccogliere consensi visto che poi, alla prova dei fatti, non è cambiato niente. I grandi annunci di rivoluzione sono rimasti sulla carta, come il famoso nuovo libro, di cui non abbiamo letto nemmeno una pagina.

In tre anni il palazzetto dello sport ha visto più ordinanze in deroga per essere aperto che operai a effettuare lavori. Il teatro D’Annunzio è ancora chiuso e non sappiamo se e quando sarà riaperto. La biblioteca comunale doveva essere ristrutturata e invece da tre anni i ragazzi sono costretti a studiare d’estate senza l’aria condizionata. Per non parlare del decoro della città, dei decantati milioni di euro per rifare le strade, dell’erba alta, del degrado in cui si trovano il mercato settimanale o il lido di Latina.

La situazione del ripascimento delle coste, rimane ancora un’incognita. Mesi di annunci, di incontri con gli operatori e la spiaggia che è ancora mangiata dall’erosione.

Il sindaco Damiano Coletta si era presentato alla città come una sorta di messia che avrebbe restituito dignità a Latina. Invece si è rivelato l’ennesimo bluff del civismo. In tre anni non sappiamo cosa sia stato fatto per la Metro, per la Cittadella giudiziaria, per la Slm; non c’è un atto che mostri una programmazione, un’idea, un progetto di crescita per il territorio.

Le uniche cose fatte da questa amministrazione sono dei disastri clamorosi. Il nuovo protocollo d’intesa per l’alta diagnostica è un accordo al ribasso che svende la qualità in cambio di non si sa cosa. L’Azienda speciale Abc che gestisce i rifiuti viene definita dal sindaco qualcosa che gli altri ci invidiano. Vorrei i nomi e cognomi di questi altri che ci invidiano un’azienda che non arriva al 30% di raccolta differenziata, che non ha soldi per gli investimenti e che continua a operare con mezzi obsoleti acquistati dal fallimento della società che gestiva precedentemente il servizio. Sui bus del trasporto pubblico locale si rischia di essere multati anche se si vuole fare il biglietto ma l’autista li ha finiti. E le corse che dovevano essere implementate, dove sono? E le colonnine digitali con i bus in arrivo?

In tre anni la città è stata riempita di chiacchiere, di accuse verso un nemico che non esiste, che solo Damiano Coletta e alcuni fedelissimi di Lbc vedono. Il Sistema Latina è l’alibi con cui Coletta prova a coprire i suoi fallimenti. Lo fa addossando la colpa ai lavoratori del Comune, un gesto vergognoso. I dirigenti che sono fuggiti in massa dopo essere stati scelti direttamente da Damiano Coletta, sono anche loro vittime del Sistema Latina? O forse si sono allontanati in fretta da una amministrazione incapace di programmare, lavorare, progettare? Una giunta che riesce a perdere 824 mila euro per la riqualificazione del Lido, nonostante la Regione Lazio che stava stanziando i soldi, abbia reiteratamente sollecitato, dando una, due, tre possibilità al Comune? Ci risponda il sindaco, spieghi se è in grado.

In tre anni Lbc ha dimostrato che il cosiddetto “bene comune” è solo uno slogan. Assessori e consiglieri che si dimettono perché non riescono a conciliare lavoro e gestione della cosa pubblica. E cosa si sono candidati a fare? Perché una persona accetta un incarico assessorile per poi lasciarlo dopo pochi mesi? Questo non è difesa dell’interesse comune. Fare politica significa mettersi a disposizione degli altri togliendo spazio, tempo e risorse alla propria vita, ai propri cari, al proprio lavoro. Questo è bene comune.
Insomma, credo sia arrivato il momento che il centrodestra tutto e il mondo delle associazioni, del volontariato, inizino a lavorare per la successione a Damiano Coletta, per tirare fuori Latina dalla palude in cui l’hanno ricacciata il sindaco e Lbc. Abbiamo ancora due anni (anche se spero che questa tragica esperienza di Lbc possa terminare prima) per costruire l’alternativa.
Latina ha bisogno di buon governo, di idee, proposte, progetti. Di buona amministrazione e di facce nuove. Il vero bene comune è liberare la città da Coletta e Latina Bene Comune”.

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