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messo un punto fermo

La Regione Lazio approva la legge contro il caporalato e lo sfruttamento in agricoltura

Voto trasversale arrivato alle 3,30 della notte

LATINA – Il Consiglio regionale del Lazio presieduto da Mauro Buschini ha approvato a maggioranza, con 26 voti favorevoli su 31 e 4 astenuti, la legge anticaporalato e contro lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. Si tratta di un testo proveniente dal lavoro di una sottocommissione, che ha unificato una proposta di legge di Giunta (la n. 107) con una avente come primi firmatari Marta Bonafoni della lista Zingaretti e Alessandro Capriccioli di Più Europa radicali (la n. 100).

GLI OBIETTIVI – Contrastare lo sfruttamento dei lavoratori e favorire l’emersione del lavoro irregolare nel settore agricolo è l’obiettivo della legge enunciato all’articolo 1. La situazione si è sbloccata solo alle 3,30 circa della notte, dopo che per lunghe ore il centro destra aveva portato avanti una dura opposizione dei consiglieri Antonello Aurigemma di Forza Italia, Daniele Giannini e Angelo Tripodi della Lega e Chiara Colosimo e Fabrizio Ghera di Fratelli d’Italia.

I CONTENUTI E LE NOVITA’ – Tra i contenuti della normativa approvata dall’Aula figurano: gli elenchi di prenotazione telematici (art 3) per fare incontrare domanda e offerta di lavoro; gli indici di congruità (articolo 4), attraverso i quali si definisce il rapporto tra quantità e qualità dei beni e servizi offerti dai datori di lavoro e quantità delle ore lavorate. Molti emendamenti hanno modificato l’articolo 5 della proposta, sui centri polifunzionali per prestare assistenza ai lavoratori, a cui l’opposizione di destra rimproverava il fatto di realizzare un duplicato dei centri per l’impiego. Vari gli emendamenti anche all’articolo 6, che istituisce un osservatorio regionale sul lavoro in agricoltura presso l’assessorato competente in materia di lavoro. Il programma triennale degli interventi è previsto all’articolo 7 e comprende, tra gli altri, l’incentivazione all’assunzione di soggetti che hanno denunciato una o più imprese per ricorso al lavoro irregolare e l’agevolazione del trasporto dei lavoratori da e per il luogo di lavoro.  Le condizioni di accesso ai benefici economici da parte delle imprese agricole sono l’oggetto dell’articolo 8, approvato senza emendamenti, così come il 9 sulle campagne di informazione e azioni di sensibilizzazione. Il regolamento di attuazione è regolato dall’articolo 12 e il monitoraggio di questa legge dall’articolo 13. 430 mila euro per l’anno corrente, 950 mila ciascuno per i due anni seguenti sono le cifre del finanziamento di questa normativa, contenute nell’articolo 15, come emendato dall’assessore Sartore. Approvato anche un articolo aggiuntivo per salvaguardare gli stipendi dei tirocinanti della giustizia.

“La politica deve dimostrare con questa legge di essere più forte della criminalità”, ha detto la consigliera Marta Bonafoni  che ha criticato l’atteggiamento tenuto dal centro destra su un tema così importante riconoscendo il senso di responsabilità del M5s. Il lavoro agricolo è particolarmente soggetto alla penetrazione della criminalità, secondo l’assessore Claudio Di Berardino, a causa tra l’altro della stagionalità delle attività. Particolarmente importante secondo l’assessore è l’intervento della normativa a proposito del trasporto verso i campi, poiché questo è il momento di contatto tra i “caporali” e la manodopera.

Attenzione va posta anche alla fase della distribuzione secondo Pasquale Ciacciarelli di Forza Italia, che ha citato gli esercizi di ortofrutta gestiti da immigrati con orari assai più ampi di quelli normali. Un problema di competenza è quello sollevato da Massimiliano Maselli di Noi con l’Italia, che ritiene che questa materia ricada quasi del tutto in ambito statale. Non si può essere certo in disaccordo sugli intenti di questa normativa, secondo Ghera, secondo cui però l’afflusso incontrastato di immigrati degli scorsi anni con governi di centro sinistra ha favorito il fenomeno.

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