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Latina, ragazzi speciali al lavoro. Bruno Mucci: “Quel cromosoma in più è il segreto del loro successo”

In ufficio, al supermercato o in paninoteca le storie di Valerio, Francesca, Giorgio, Lollo e gli altri

LATINAC’è Francesca che è stata assunta a tempo indeterminato dall’Ausilia di Latina e abbraccia tutti prima di cominciare il suo turno. C’è Giorgio, così scrupoloso e felice nel mestiere di scaffalista alla Orvel da essere entrato nel cuore di colleghi e clienti.  Lollo, invece, adora talmente il suo posto da Mc Donald’s da non voler andare in ferie. Mentre Valerio, che è anche Alfiere della Repubblica, applica nel suo nuovo lavoro da Elettra Investimenti lo stesso rigore che impiega negli allenamenti di nuoto, lo sport che gli ha consentito di trovarsi pronto quando si è trattato di salvare una bambina che rischiava di annegare nel mare di Sabaudia. (nella foto mentre firma il contratto)

E’ la magia dei ragazzi speciali, giovani con Sindrome di Down che nel loro dna hanno un cromosoma in più e la capacità di portare negli ambienti di lavoro una sana dose di buon umore: in ufficio, al supermercato, al bar o in paninoteca. Ecco perché, oggi, assumerli non è più solo una questione etica o un gesto altruistico e magari caritatevole: sono risorsa, stimolo per gli altri e  antidoto contro la tristezza. “La nostra esperienza ci racconta esattamente questo”, spiega Bruno Mucci, presidente dell’attivissima Diaphorà dove  ragazze e  ragazzi speciali organizzano le Colazioni Solidali dopo una positiva esperienza di tirocinio fatta al Bar Poeta.

I ragazzi con sindrome di Down hanno buone capacità lavorative, ci sono incentivi, ma il lavoro spesso è un miraggio. Di certo le aziende non si sentono obbligate dalla legge, che pure esiste da dieci anni e lo dimostrano i numeri nella nostra provincia. Voi di Diaphorà come affrontate questa difficoltà? 

“La legge n. 68 del 1999 obbliga le aziende con più di 15 dipendenti ad assumere un lavoratore con disabilità, in realtà si è dimostrata uno strumento poco efficace, perché nella maggior parte dei casi le aziende preferiscono pagare la sanzione piuttosto che ottemperare alla legge, anche se non mancano eccezioni a questa regola – spiega Mucci –  La prima vera opportunità per noi è arrivata  nel 2017, quando la Regione Lazio ha varato un atto (DGR n.533/2017) con lo scopo di favorire l’ingresso nel mercato del lavoro di persone con disabilità, iscritte alle liste speciali del collocamento. Un nuovo strumento, quello dei tirocini extra-curriculari della durata di 6 o 12 mesi. Al tirocinante è riconosciuta una indennità pari ad 800 € mensili e, per agevolare l’inserimento nelle attività aziendali, è anche prevista la presenza di un tutor. Insomma, uno strumento a costo zero per le le imprese, le fondazioni, le associazioni e gli studi professionali con sede nella Regione Lazio”.

Quindi se un’azienda ha l’occasione di sperimentare un lavoratore speciale con un tirocinio formativo, poi è probabile che decida di assumerlo

“Proprio così. Lorenzo, Giorgio, Francesca, Luigi, Gianni, Francesco, sono tra quelli che hanno trovato collocazione, alcuni di loro già hanno iniziato, altri inizieranno il primo ottobre. Per farci guidare, noi della Diaphorà ci siamo rivolti all’ENADIL di Latina, un ente accreditato dalla Regione Lazio. La fase più complessa era individuare il soggetto ospitante, un’azienda che si rendesse disponibile per l’assunzione a tempo determinato. E, in questo, hanno avuto un ruolo importante le realtà associative, che in molti casi hanno seguito passo passo l’iter per l’inserimento. La procedura per Francesca per esempio  è stata gestita dall’Aidp.

Ci racconta qualche esperienza?

“Lollo, già da qualche mese lavora presso il Mc Donald di via Isonzo, con risultati incredibili. Neanche un giorno di assenza e per farlo andare in vacanza con i suoi amici abbiamo dovuto far intervenire il direttore che l’ha obbligato a prendere le ferie; la sua energia sul lavoro è preziosa e le dimostrazioni di affetto per i suoi colleghi sono tangibili, periodicamente scrive una lettera su un foglio di carta, la fotografa con il telefonino e la pubblica sui suoi profili  social.

Anche Giorgio ha fatto un percorso d’integrazione lavorativa molto interessante. Prima, grazie al bando Garanzia Giovani e poi da maggio con il Tirocinio Formativo della durata di un anno come scaffalista presso la Orvel di Latina, dove già ha ipotecato l’assunzione a tempo indeterminato. “Non potremmo più fare a meno di Giorgio”, ci ha raccontato entusiasta il signor Di Pietro, titolare del supermercato di via San Carlo da Sezze aggiungendo che la sua presenza è fondamentale, saluta e scherza con i clienti,  e i suoi colleghi lo adorano perché ha sempre la battuta pronta, fa il galantuomo con tutte le donne e spesso organizza una pizza per tutti , che si trasforma in un piccolo team building”.

Dai vostri racconti il beneficio è equivalente: i ragazzi accedono ad un lavoro che sembrava impossibile e le aziende guadagnano una risorsa vera, che è anche portatrice di buon umore

“In effetti  – conclude Bruno Mucci – queste prime esperienze hanno dimostrato che l’inserimento di una persona disabile e in particolare dei ragazzi con sindrome di Down, porta importanti benefici all’interno dell’ambiente di lavoro e migliora i rapporti tra colleghi. Cominciare la giornata con un sorriso è terapeutico e contagioso ed è uno dei più potenti antidoti contro la crisi commerciale, perché il consumatore sceglie dove fare gli acquisti anche in funzione della cortesia e gentilezza e del clima che trova in un ambiente di lavoro”.

 

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