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assunto al Todis

A Latina lavoro senza barriere: Francesco stacca il biglietto per la vita adulta

Fabrizio Farina del Todis: "Una novità bella per tutti". L'educatrice Annalisa Guarda: "La sua dote è non mollare mai"

(con Francesco nelle foto ci sono Fabrizio Farina e Annalisa Guarda)

LATINA – I primi dieci giorni di lavoro sono passati impegnati e felici per Francesco Mucci, 25 anni,  al suo primo vero impiego, con divisa, orario e tutto il resto, al Todis di Via Giustiniano, un’altra realtà che a Latina ha voluto investire sulla positività dell’inclusione, scommettendo sulle capacità di un ragazzo con sindrome di Down. Così, dopo aver firmato il contratto con il titolare Umberto Battisti, il primo giorno di ottobre Francesco ha preso servizio nel supermercato con la sua maglia arancione, i pantaloni grigi, i guanti e le scarpe antinfortunistica.

ESPERIENZA DUPLICE – “E’ stata una novità assoluta e si sta rivelando positiva e bella sotto tutti i punti di vista, speriamo di riuscire a portarla avanti e di fare anche meglio di così. Ci auguriamo che Francesco sia sempre a suo agio e trascorra delle giornate positive non solo dal punto di vista lavorativo, ma anche umano – spiega Fabrizio Farina responsabile del punto vendita –  Non posso negare che qualche perplessità iniziale c’è stata, ed è quella che riguarda in genere l’inserimento dei “nuovi” addetti, soprattutto se giovani e senza esperienza: il contatto con il cliente è delicato e diretto; c’è una grande quantità di prodotti da memorizzare; e un altro aspetto è la pericolosità, perché si lavora con il vetro e con le scaffalature. Ma abbiamo visto che ha risposto molto bene, lavora con cura e precisione ed è rispettoso delle regole, cosa che mi ha lasciato colpito e soddisfatto“.

CHI LO SEGUE – Francesco ha un tutor, Massimo Zimbardi e altri due referenti Ilaria Sperotto e Luca D‘Urso. Sono loro che stanno rendendo di fatto possibile questo importante passaggio alla sua nuova vita.

E poi c’è Annalisa Guarda, pedagogista  e counselor socio-educativo che, quando Francesco era bambino, gli ha insegnato ad attraversare la strada per andare a scuola da solo, e oggi lo ha seguito nella prima e fondamentale fase dell’inserimento lavorativo su richiesta dei genitori del ragazzo.

Francesco è stato eccezionale, alla fine della prima settimana aveva già stabilito relazioni positive con i suoi colleghi e ha compreso perfettamente le sue mansioni. Nei primi giorni ho addirittura dovuto imporgli la pausa, lui non avrebbe mai smesso di lavorare”, racconta la pedagogista spiegando quanto sia stato importante trovare un ambiente accogliente. “Il suo tutor aziendale, Massimo, con Fabrizio, Ilaria e Luca sono stati molto attenti e sempre disponibili e Francesco ha sentito questo clima favorevole”.

Tutto semplice allora? “La cosa più difficile per lui, direi, è stata l’approccio con i clienti. Qualcuno, trovandolo agli scaffali e non sapendo che era lì solo da pochi giorni, gli ha chiesto consigli su quale prodotto comprare e lui è rimasto un po’ spiazzato. Forse in quei momenti è stato utile il mio ruolo di mediatore –  sorride Annalisa – Ma bisogna anche dire che i clienti sono stati tutti assolutamente ben disposti e anche interessati a sapere se si trattava di un vero lavoro per Francesco e se avrebbe avuto uno stipendio”.

ANNALISA GUARDA

Il ragazzo d’ora in poi dovrà camminare sulle sue gambe, non sono previsti sconti. Ma dalla sua ha un alleato speciale, la sua ironia di ragazzo che ha sempre affrontato con coraggio le sfide che gli sono state poste grazie anche alla rete che ha intorno e alla fiducia che i genitori nutrono in lui.

VERSO LA VITA AUTONOMA“Uno degli aspetti più importanti di questa esperienza è senz’altro la consapevolezza di aver compiuto un passo significativo verso una condizione di vita adulta – sottolinea il papà Bruno Mucci, che è anche presidente della Diaphorà Onlus – Vedere il proprio figlio alzarsi, e indossare la divisa piegata la sera prima sulla sedia di fronte al letto, fare colazione e andare al lavoro è una soddisfazione immensa.  I primi giorni era pronto un’ora prima. Quel ragazzo che molti chiamano “bambino” anche a 25 anni, è davvero diventato grande. Credo anche sia giusto dire che tutto questo è stato possibile grazie allo strumento del  Tirocinio Formativo Extracurriculare della Regione Lazio per persone con disabilità, e anche grazie al prezioso supporto dell’Enadil di Latina che ha gestito tutta la parte amministrativa”.

Un progetto di vita autonoma come quelli a cui lavorano alacremente anche altre associazioni, e che si può avverare: “Il lavoro  – conclude Bruno Mucci – rappresenta un parte fondamentale verso il passaggio ad una soluzione abitativa condivisa, che è il passo ulteriore da compiere. Siamo felici, perché Francesco ha staccato il biglietto per la vita adulta“.

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