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politica

Coletta scrive a Conte e Zingaretti: “Latina così muore, servono investimenti”

Il sindaco punta sulla bretella Cisterna - Valmontone e su altri interventi di riqualificazione

LATINA – Il sindaco di Latina Damiano Coletta scrive al premier Giuseppe Conte e al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti per chiedere di intervenire in modo urgente per la realizzazione della bretella Cisterna Valmontone. “Tagliata fuori dall’autostrada e senza una rete viaria adeguata, Latina ha bisogno di infrastrutture e collegamenti per uscire dall’isolamento: la sua posizione baricentrica tra Roma e Napoli, in un’area ricca di risorse paesaggistiche, enogastronomiche, industriali e agricole, se sostenuta e valorizzata, potrebbe far assumere alla città e al suo hinterland l’identità di un’area metropolitana con funzioni di raccordo tra la capitale e il capoluogo partenopeo per ricominciare ad attrarre gli investimenti e a rilanciare l’economia, ora che sono state avviate le azioni per recidere le trame della criminalità organizzata e ripristinare un clima di legalità”. Il sindaco sollecita, oltre alla “realizzazione della bretella Latina-Cisterna-Valmontone, anche la messa in sicurezza della Pontina, il completamento della Cittadella giudiziaria e della Casa della Musica, l’acquisizione dell’edificio della Banca d’Italia, la riqualificazione dell’ex mercato annonario, la trasformazione del sentiero della bonifica in una pista ciclabile che colleghi Villa Fogliano con il giardino di Ninfa, ma anche trasferimenti finanziari per i residenti dell’area della discarica di Borgo Montello per risarcirli del deprezzamento del valore dei loro immobili e per realizzare due impianti per lo smaltimento dei rifiuti”. Secondo Coletta, occorrono “maggiori risorse per rendere efficiente la macchina amministrativa e quella per la prevenzione e il contrasto alla criminalità organizzata”.
Una delegazione di Italia in Comune, guidata da Coletta, ha incontrato il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, e i segretari Marina Sereni e Marco Furfaro, per chiedere che l’azione dell’esecutivo nazionale riparta dalle realtà territoriali superando la politica dei tagli lineari.

 

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