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politica

Lettera aperta dell’assessore Gianmarco Proietti alla città di Latina

"Una comunicazione (non ostile) per cambiare le cose"

LATINA – Si sono svolte ieri le celebrazioni per il compleanno di Latina, e oggi l’assessore Gianmarco Proietti scrive una lettera aperta alla città ricordando le parole non ostili, di cui ha firmato l’adozione del manifesto lo scorso anno insieme a tutta l’amministrazione.

Questa la lettera.

Scrivo una lettera aperta per condividere un pensiero mio, intimo e nello stesso tempo pubblico. Consapevole del clima difficile, esacerbato da una generalizzata assenza di confini, che sono sia i confini del proprio ruolo, sia i confini di ciò che è umanamente corretto esprimere. In questa esperienza amministrativa da assessore, ho imparato che la comunicazione è la politica e la politica è comunicazione. E quindi un difetto di comunicazione è un difetto della Politica. È fondamentale quindi assumersi le responsabilità di ciò che si comunica, sia online che offline, in ogni ambito pubblico, in Consiglio Comunale come in Commissione, in ufficio come in un gruppo whatsapp, in un comizio come davanti ad un giornalista e anche in ogni ambito privato. No, non possono esistere zone franche in cui tutto è permesso. Ho imparato anche che la comunicazione definisce: chi conferma la propria rispettabilità,  comunica in modo rispettabile. Per questo avere la responsabilità del governo della città implica dare ascolto ad una città che da tempo non trovava interlocutori capaci di ascoltarla. E l’ascolto è considerazione, l’ascolto implica il dialogo e non il monologo. Questo significa che chi governa ha come dovere politico, non solo etico, quello di essere intellettualmente onesto. Per questa ragione occorre che le nostre idee siano definite come le nostre intenzioni e non è, per noi come per nessuno, lecito approfittare dei media e della loro immediatezza per diffondere messaggi offensivi o infondati. Il rispetto dell’intelligenza di chiunque ci ascolti è un assioma che nessuno dovrebbe ignorare. Sono le parole che danno forma al pensiero e se le parole sono violente, irrispettose, minacciose, lo sono anche i pensieri, e tali pensieri hanno il terribile difetto di tradire il mandato ricevuto. Abbiamo avuto e abbiamo ancora grandi idee e crediamo nella loro forza ma siamo consapevoli anche del potere delle nostre parole. E’ per questo che occorre ogni giorno trovare la forza per offrire a chiunque i nostri argomenti e la nostra passione per convincere, per dialogare e mai per annientare. ​
 
Vengo sempre in Consiglio Comunale perché considero ogni dibattito pubblico una crescita per tutti coloro che vi partecipano, anche solo da spettatori. Per questo sono convinto che ogni parola espressa da noi, persone pubbliche, lasci il segno in molti: questa responsabilità, cioè del dovere di rispondere delle nostre parole, deve condizionare profondamente il nostro impegno. Condividiamo immagini, informazioni, giudizi, commenti per promuovere l’azione politica, ma occorre agire con il rispetto della verità, senza nascondere alcuna criticità, solo così sapremo infondere nella Politica quella differenza che ci è stata richiesta. Con questa prospettiva occorre rivalutare il ruolo della Politica nella città. Occorre elaborare contributi originali, ascoltando e rielaborando la cultura contemporanea, percependo la ricchezza della differenza, garantendo il rispetto stesso della differenza di visioni. Si tratta dunque anche di poter portare avanti con coraggio azioni di dissenso, come anche di assumersi la responsabilità di provocare e gestire azioni di dissenso, dinamica che può generare un processo di sviluppo morale all’interno di ogni luogo della Politica. Le idee possono cambiare, le idee si posso discutere, le persone si devono rispettare: e non esiste reciprocità. Agli insulti che si ricevono, alle accuse mosse con illazioni o addirittura con notizie infondate prima lanciate e poi ritratte, occorre rispondere marcando la differenza: noi ci impegniamo per il bene comune e questo impegno non ammette deroghe alla volgarità, agli insulti, alla violenza, alle falsità: deve essere sostanziale la differenza che proponiamo.
Nessuno di coloro che hanno responsabilità deve sottrarsi al dibattito pubblico ma chi si è impegnato per rendere questa città migliore deve farlo cominciando a rendere migliore il livello del dibattito pubblico. Questa mia lettera è una rielaborazione del Manifesto della Comunicazione non Ostile declinato per la Politica che questa amministrazione approvò nel settembre del 2018. Occorre porre la massima attenzione allo stile di comunicazione, solo così possiamo sperare di cambiare la Politica, perché #primalepersone non sia solo un hashtag, ma il senso profondo che ci ha portato a cambiare questa città.

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