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politica

Rio Santa Croce e Capo d’acqua, il consiglio provinciale chiede aiuto alla Regione

Servono finanziamenti per per regolarizzare il deflusso delle acque

FORMIA – Posizione unanime e condivisa per chiedere con forza alla Regione di finanziare gli interventi necessari a regolarizzare il deflusso delle acque del Rio Santa Croce e del Rio Capo d’Acqua, bacino idrico del sud pontino. E’ quanto emerso dalla riunione del Consiglio provinciale in seduta congiunta con i Consigli dei Comuni interessati – Formia, Minturno e Spigno Saturnia – tenutasi questa mattina nella sede di Formia.

Ad aprire i lavori il presidente della Provincia Carlo Medici il quale ha ricordato come l’ente abbia predisposto un progetto e avanzato già dal 2016 le relative richieste di finanziamento alla Regione Lazio alla quale appartiene il bacino idrico. “Servono somme enormi per questo intervento – ha sottolineato – almeno 5 milioni di euro. La Regione deve trovare le risorse magari prima di finanziare feste e fiere pensi alla sicurezza dei territori”.

Sono intervenuti inoltre il sindaco di Formia Paola Villa che ha ribadito la necessità di intervenire, il sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli che ha sottolineato la necessità di fare sistema alzando il livello della coesione e dell’impegno politico e il primo cittadino di Spigno Saturnia Salvatore Vento che ha addirittura ipotizzato di chiedere alla Regione di predisporre una legge speciale per ilo bacino idrico del sud pontino.   Il vice presidente della Provincia Vincenzo Carnevale ha suggerito di andare tutti insieme in Regione con il testo della delibera approvata.

L’atto in questione, approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale e dai tre Consigli comunali  precisa come gli interventi per regolarizzare il flusso delle acque sono urgenti e di competenza della Regione  alla quale si chiede di stanziare fin dalla Legge di bilancio 2020 adeguate risorse finanziarie per fronteggiare l’emergenza partendo dalla progettualità finora sviluppata e dalle richieste formulate nel tempo alla stessa Regione e a oggi rimaste inascoltate”.

La delibera sarà inviata al presidente della Regione, al presidente del Consiglio regionale e all’assessore regionale competente.

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