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i nuovi schiavi

Chiede la mascherina al datore di lavoro, bracciante agricolo picchiato e gettato in un fosso

Le indagini dlela polizia: domiciliari per il datore di lavoro, obbligo di firma per il figlio

TERRACINA – Ancora misure restrittive per sfruttamento della manodopera  in agricoltura. La polizia ha notificato oggi a padre e figlio, F.T. di 52 anni e D.T, di 24, entrambi di Terracina, l’ordinanza emessa  dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Latina. Il primo è ai domiciliari, il più giovane è stato invece sottoposto all’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria.

I due, titolari di una azienda agricola, sono accusati in concorso tra loro e a vario titolo, di estorsione, rapina e lesioni personali aggravate, reati commessi nei confronti di braccianti stranieri che lavoravano presso la loro Azienda agricola. Ed è stato proprio dall’arrivo al pronto soccorso dell’ospedale di Terracina di un 33enne di origini indiane, che sono partite le indagini della polizia. Il giovane aveva ferite al capo riconducibili ad un corpo contundente, fratture e lesioni personali in altre parti del corpo picchiato perché aveva chiesto più volte al datore di lavoro mascherine e guanti per proteggersi dal COVID – 19.  Le sue richieste erano apparse così fastidiose che era stato licenziato e siccome chiedeva il pagamento del salario spettante per le giornate lavorative già prestate, era stato prima ingiuriato e minacciato, e poi preso a calci e pugni e gettato in un canale di scolo.
Non è stato facile scoprire che la vittima non era la sola a subire l’atteggiamento fuorilegge dei due. Gli investigatori del Commissariato Distaccato di P.S. di Terracina hanno identificato gli altri braccianti agricoli, tutti di origini straniere, scoprendo un sistema di sfruttamento economico sistematico,  e condizioni di lavoro che violavano le norme in materia di sicurezza e sanitaria.
I braccianti infatti erano costretti a lavorare anche 12 ore al giorno, tutti i giorni della settimana, senza fruire di alcuna giornata di riposo o festiva, tantomeno di congedi per malattia. La paga oraria era di 4 euro per ogni ora di lavoro senza alcuna maggiorazione per il lavoro prestato nei giorni festivi. Infine, in busta paga veniva contabilizzato solamente un terzo delle giornate di lavoro effettivamente prestate – spiegano dalla Questura.
Nessuno dei braccianti indossava i dispositivi di protezione obbligatori che invece sono stati trovati in casa dei due indagati, evidentemente acquistati, ma non distribuiti, in spregio della salute dei lavoratori e in genere di quella pubblica.

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