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Dopo il record di contagi il Goretti cambia ancora, Cavalli: “35 posti covid in Pronto Soccorso. Monoclonali anche a Terracina, Fondi e Formia”

Cala già la campagna vaccinale pediatrica, da metà gennaio tanti posti liberi. L'invito a proteggere i più piccoli

LATINA – L’ospedale di Latina si prepara a cambiare nuovamente per reggere l’impatto della pandemia. Dopo una giornata che ha segnato il record provinciale del tasso di positività, con un paziente positivo su due che si sono sottoposti al test il 1° gennaio (entrati bollettino Asl del 2 gennaio) , e gionri di contagi alle stelle, si guarda al picco previsto per la metà di gennaio.

“Nei prossimi giorni se la pressione resterà questa, e immaginiamo di sì, il Goretti procederà a ulteriori riconversioni – spiega la direttrice generale della Asl di Latina, Silvia Cavalli (in foto con la direttrice sanitaria aziendale Laide Romagnoli e il direttore dell’ospedale Goretti Sergio Parrocchia) –  Ad oggi abbiamo posti-letto per i pazienti più gravi in terapia intensiva, mentre gli altri sostanzialmente attendono in pronto soccorso dove sono stati allestiti 35 posti per dare assistenza ai nostri cittadini, e prendono poi il posto letto in base al turn over di pazienti. In più, si sta ampliando la rete di ospedali e hotel covid del Lazio e questo speriamo consentirà un’attenuazione di pressione sul nostro ospedale. Infatti, anche se si sta affermando la convinzione che la patologia portata dalla variante Omicron sia meno grave, essendo così elevato il numero dei pazienti contagiati, l’impatto sull’ospedale si fa sentire e questo è quello che ci preoccupa di più”.

ANTICORPI MONOCLONALI NON SOLO AL GORETTI – Continua intanto il ricorso alle terapie con anticorpi monoclonali – oggi praticati con infusione in vena  – e presto arriverà al Goretti anche la terapia per via orale. “Facciamo una media di 20-30 monoclonali al giorno, siamo tra i centri che ne fanno di più, e la novità è che non si fanno più solo al Goretti ma anche nei pronto soccorso di Formia e Fondi e Terracina. Il meccanismo di collaborazione tra ospedale e medici di medicina generale funziona e funziona anche la casella di posta elettronica dedicata che è stata attivata”.

QUARANTENA Sì O NO – Le nuove norme hanno convinto tanti che il covid per chi ha la terza dose non esiste quasi più, ridotto ad una forma influenzale blanda e poco contagiosa, ma non è proprio così.  “Quando il numero dei contagiati risulta così elevato è necessario adeguare le norme, ma questo non significa smettere di adottare cautele come l’utilizzo della mascherina e la protezione delle persone fragili. Non è vero che con le nuove norme non c’è più bisogno di gestire la  condizione di positività, è solo che  la dobbiamo gestire in modo autonomo. Significa che la maggior attenzione da parte delle autorità verrà riservata ai non vaccinati perché sono quelli potenzialmente più contagiosi per gli altri, e che possono andare incontro ad un maggior pericolo anche per se stessi, perché non protetti da alcuna dose. Gli strumenti di quarantena che le strutture di Igiene e Sanità pubblicasono obbligati saranno riservati a queste categorie, non vaccinati e chi ha fatto solo due dosi da più di quattro mesi (secondo le nuove norme che portano a quattro mesi il booster), ma questo non esime gli altri dall’utilizzare strumenti di protezione”.

VACCINAZIONE PEDIATRICA –  Le prime settimane sono state accompagnate da una buona dose di euforia e di impeto vaccinale per la fascia 5-11 anni, ma sembra già in via di esaurimento come se il serbatoio dei pro vax quando si tratta di bambini sia meno corposo: “Da metà gennaio abbiamo molti slot vuoti. Invito i genitori a proteggere i loro bambini e proteggendo loro, difendere adulti e anziani più fragili”.

IL RITORNO A SCUOLA – In attesa delle prossime indicazioni da parte del Governo, si guarda al ritorno a scuola in presenza con una certa apprensione. A livello locale tornerà a riunirsi il tavolo di coordinamento permanente costituito dal Prefetto con Asl, Ufficio Scolastico e sindaci. “Le misure sono in fase di aggiornamento e dovrebbero uscire nelle prossime ore. Sappiamo che ci sarà da gestire una situazione importante e non facile, però la scelta di non farli tornare in Dad è fondamentale,  anche perché in alcune famiglie è stato anche impossibile garantirla. Bisogna contemperare esigenze diverse che devono stare insieme e noi faremo la nostra parte”.

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