LATINA – Inizia tutto un anno fa per recuperare la socialità che i ragazzi hanno perso durante la pandemia. E così una classe del liceo matematico del Liceo Scientifico G.B. Grassi di Latina inzia a scoprire il gioco da tavolo, e in particolare il wargame. Non un gioco comune e neanche scontato, ma che preso è diventato materia di approfondimento didattico perchè collega varie discipline, dalla storia alla matematica passando per la letteratura. E i ragazzi, tutti 16enni, se ne sono innamorati. Così il wargame ¡¡No queda sino batirnos!! è stato presentato alla manifestazione Hellana Games 22 e il tavolo dimostrativo allestito per presentarlo è stato premiato come Miglior tavolo a partecipazione. Il premio riconosce la capacità che questi ragazzi hanno saputo dimostrare nel coinvolgere il pubblico, esperti wargamer o semplici curiosi, attorno al loro gioco.
Per far capire che tipo di esperienza è stata questa abbiamo parlato con Francesco Scaldarella, uno degli studenti della classe che ha ideato il regolamento
Il wargame storico, come quello realizzato da questi ragazzi, è un gioco che ha l’obiettivo di ricreare, simulare, particolari eventi storici. Nel nostro caso il gioco è pensato per ricostruire le battaglie combattute nel nostro continente nel 1600, il secolo della Guerra dei trent’anni. Le miniature, i soldatini, sul tavolo rappresentano i protagonisti dei reali scontri e il regolamento da una parte descrive le caratteristiche di questi soldati attraverso una serie di valori, numeri e particolari abilità; dall’altra delinea le procedure che i giocatori devono seguire per manovrare e far combattere – per finta – le truppe sul tavolo. Una volta schierati i propri eserciti, spesso seguendo le fonti storiche originali, la battaglia può iniziare ma non è detto che il finale sia lo stesso che ottennero i protagonisti all’epoca.
E non è tutto i ragazzi sono stati invitati in questo week end a Modena, per partecipare al Play Moden, la più importante manifestazione italiana dedicata ai giochi “analogici”.
Ne abbiamo parlato con il professore che l’ha seguito durante tutto il percorso, Gualtiero Grassucci