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cronaca

Terracina, al via lunedì gli interrogatori per i 6 arrestati

Oggi la maggioranza deciderà se presentare le dimissioni o andare avanti

TERRACINA – Prenderanno il via lunedì gli interrogatori dei sei arrestati nell’operazione “Free Beach” che ha decapitato l’amministrazione comunale di Terracina. E intanto oggi la maggioranza dovrà decidere se continuare il governo della città con il vicesindaco o se invece presentare le dimissioni e aprire così le porte del commissariamento.

La sindaca Roberta Tintari è  accusata di turbata libertà degli incanti in concorso e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale. Quattro gli episodi che le vengono contestati nelle pagine dell’ordinanza. Il primo riguarda in particolare la turbativa relativa al procedimento di assegnazione per il servizio collettivo di assistenza e salvataggio sulle spiagge del litorale di Terracina, per assegnarlo agli operatori balneari del luogo, in particolare a quelli appartenenti alla cooperativa Mare e Monti 2018. Un altro riguarda invece un verbale di deliberazione, poi sottoposto al voto unanime della Giunta, in cui venivano riportate false attestazioni. Un altro ancora la distruzione, ordinata dalla stessa sindaca, del verbale di una riunione convocata in merito alla situazione di abusivismo accertata all’Arena del Molo.

Il gip del tribunale di Latina Giorgia Castriota, la definisce “ottimamente inserita all’interno del sistema dì collusioni e interferenze tra imprenditoria e amministrazione comunale di Terracina”.

L’inchiesta ha fatto emergere “l’esistenza di un indebito sistema di mercificazione della res publica, sorretto da alcuni membri della Giunta, del Consiglio comunale di maggioranza nonché da dirigenti e funzionari pubblici”.

A partire dall’estate 2019 e per un anno i controlli si sono concentrati sulle strutture balneari e i complessi turistici. Per dodici mesi gli investigatori hanno effettuato ispezioni amministrative, acquisizioni documentali, assunzioni di sommarie informazioni, intercettazioni telefoniche e mediante captatore informatico, arrivando a individuare una pluralità di reati connessi alla gestione dei servizi relativi alla balneazione; illegittime sanatorie edilizie per opere e manufatti insistenti sul pubblico demanio marittimo dello Stato; lavori e opere pubbliche eseguiti e commissionati dall’Ente su aree demaniali marittime; illegittima acquisizione e gestione di fondi economici strutturali. “Sin dalle prime fasi dell’inchiesta – scrive il Gip –  gli inquirenti avevano modo di appurare una serie di irregolarità connesse con la gestione delle attività balneari, constatando come numerosi imprenditori privati, alcuni dei quali già noti per via delle vicende giudiziarie legate all’inchiesta denominata Mafia Capitale, avessero trasferito i propri illeciti interessi dal litorale di Ostia a quello di Terracina, potendo ivi contare sulla compiacenza e la connivenza degli amministratori pubblici locali”.

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