TERRACINA – Il sistema con cui per troppo tempo sono state gestite le concessioni balneari a Terracina sarebbe un sistema criminale. Con questa convinzione la Procura di Latina ha portato avanti una maxi inchiesta e questa mattina è scattato un blitz che rappresenta un colpo al cuore dell’amministrazione della città turistica pontina. Agli arresti domiciliari sono finite 6 persone tra cui il Sindaco Roberta Tintari, l’ex vice Sindaco e un assessore, e nei confronti di altre 7 è stata disposta l’interdizione dai pubblici uffici. La complessa attività investigativa, durata circa un anno ha consentito di disvelare e documentare condotte di pubblici funzionari, all’interno del Comune di Terracina, finalizzate al perseguimento di interessi personali e non coerenti, dunque, con i compiti istituzionali. Le indagini, che hanno consentito di accertare una pluralità di fatti penalmente rilevanti connessi alla gestione dei servizi relativi alla balneazione, nonché condotte di sfruttamento del pubblico demanio marittimo, hanno interessato anche lavori e opere pubbliche; tra questi la realizzazione di un ponte ciclopedonale attraverso l’indebita percezione di fondi europei strutturali con conseguenti danni erariali. Ai soggetti colpiti dal provvedimento cautelare sono contestati i reati di falso, turbata libertà negli appalti riguardanti l’affidamento in gestione di spiagge e servizi connessi alla balneazione, oltre a frodi, indebite percezioni di erogazioni pubbliche e rilevazioni del segreto d’ufficio.
Tra gli indagati sottoposti agli arresti domiciliari il Sindaco Roberta Tintari, l’ex vice Sindaco Pierpaolo Marcuzzi, il presidente del Consiglio Comunale Gianni Percoco, più i funzionari comunali Corrado Costantino e Alberto Leone e l’imprenditore Giampiero La Rocca.
Interdetti dai pubblici uffici o dall’attività imprenditoriale Raffaele Graziani, Ivo Di Sauro e Alfredo Smaltini, il tecnico comunale Giuseppe Zappone (coinvolto nel processo Pro Infantia), Carlo Sinapi, Giuseppe Mosa e Davide Di Leo.