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LATINA – L’abito come “veicolo di un messaggio universale di pace e di dialogo tra le culture. Quella araba, innanzitutto, ma anche l’indiana o la giapponese”. E’ in questa frase di Silvia Manzoni (MF Fashion) il senso della collezione di Maurizio Galante.
A Parigi lo stilista di Latina ha fatto sfilare ieri (3 luglio) la sua Haute Couture collection 2018- Rabat Cipango (nome ispirato a quello con cui Marco Polo aveva indicato il Giappone) mettendo in evidenza il lavoro artigianale svolto in Marocco da donne che – ha spiegato il creativo – hanno realizzato tessuti, ricami, ornamenti presenti in questa collezione.In Marocco si trova anche l’Associazione Amesip di aiuto all’infanzia in difficoltà che Galante sostiene da tempo.
Galante ha spiegato che la collezione è un viaggio nato dalla sua passione per viaggiatori come il francese Jean-François de La Pérouse, il portoghese Magellano e l’inglese James Cook: “Day by day – ha dichiarato in un’intervista a Corinne Jeammet, giornalista responsable della rubrica di moda di Culturebox – ces Européens qui ont affronté le mystère ont voyagé…. et le Maroc constituait toujours une de leur escale. C’est donc un lieu de métissages ou les cultures se mixent”.
Il giudizio della critica è più che positivo e gli applausi scroscianti
(La foto di Francois Lollichon è tratta da un post di Galante su FB)
