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LATINA – Dopo Scorie in Libertà il regista di Latina Gianfranco Pannone torna a parlare d’ Italia e lo fa con “Sul vulcano”, nuovo film-denuncia che sarà presentato fuori concorso al Festival Internazionale di Locarno domenica 10 agosto (e in replica l’11).
Coprodotto da Blue Film, Rai Cinema e Luce Cinecittà, il lavoro riporta il documentarista nella sua terra di origine, la Campania, per raccontare l’umanità che vive lungo le pendici del Vesuvio, con tutte le sue facce, luogo evocativo per antonomasia, metafora della difficile condizione umana.
“I vecchi contadini vesuviani sapevano bene che la Natura è più forte dell’uomo – dice il regista – E lo sapeva bene anche Giordano Bruno, che non a caso è nato ai piedi del vulcano e la cui preziosa testimonianza ho affidato alla voce di Toni Servillo. In un momento di crisi come questo, il Vesuvio ci permette di aprire gli occhi e di guardare alla condizione umana in modo diverso. Il celeberrimo fatalismo partenopeo, vera e propria filosofia di vita, ha una sua ragion d’essere: tutto è provvisorio. Peccato, però, che i napoletani lo abbiano dimenticato. Quante villette sono state costruite negli ultimi decenni sulle antiche strisce laviche, conseguenza delle tante eruzioni del vulcano? Ha fatto, insomma, più disastri il Vesuvio in 2000 anni o l’uomo in 100? Gli scienziati dicono che il vulcano prima o poi erutterà e bisogna ammettere una volta per tutte che un’eventuale tragedia sarebbe innescata principalmente dalla fin troppo estesa densità abitativa nell’area vesuviana”.
