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Grave infezione colpisce l’ex preside del Liceo Classico di Latina, Giorgio Maulucci

Ha contratto il clostridium difficile: operato d'urgenza è in prognosi riservata. Il figlio Sebatian su Fb: "Papa' tieni duro". La figlia "Tutto questo avrà un seguito"

maulucci alla feltrinelliLATINA – Ha contratto il clostridium difficile, un pericoloso e resistente batterio che danneggia il colon causando infezioni che possono mettere a rischio la vita, Giorgio Maulucci, l’ex preside del Liceo Classico Dante Alighieri di Latina. E’ ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Goretti dopo aver subito un pesantissimo intervento chirurgico al quale è arrivato profondamente debilitato. Solo lunedì i medici potranno sciogliere la prognosi, se le sue condizioni miglioreranno ancora.

“Questa mattina ha aperto gli occhi –  ci ha raccontato il fratello Mauro Maulucci, giornalista per anni in servizio al Tg 3 Regione – Giorgio stava male da giorni, con forti disturbi gastrointestinali. Prima si pensava fosse un effetto collaterale dell’antibiotico che stava assumendo, poi è salita la febbre e ci hanno detto che poteva aver preso l’influenza che sta girando, ma ad un certo punto, subito dopo Natale, la situazione è precipitata e abbiamo chiamato il 118″.  Una tac in ospedale ha svelato la situazione: una colite pseudomembranosa, l’intestino “a fisarmonica” danneggiato dal batterio che avrebbe preso il sopravvento proprio a causa della terapia antibiotica (in grado di distruggere anche quei batteri che tengono confinato il clostridium difficile). Il primario del reparto di chirurgia Marco Sacchi ha deciso di non aspettare oltre e il 31 dicembre ha operato il paziente che ormai rischiava la vita.  Se la diagnosi non è tempestiva, la parete intestinale può danneggiarsi con un possibile passaggio in circolo del bacillo che potrebbe causare sepsi.

Il preside, conosciutissimo a Latina, aveva atteso alcuni mesi prima di poter essere sottoposto ad un intervento chirurgico di routine, poi era tornato a casa, ma subito ha cominciato ad accusare disturbi. Nessuno fino a pochi giorni fa aveva capito che cosa avesse. I familiari vogliono capire se – come sospettano – Maulucci abbia contratto il batterio in ospedale dove un altro paziente, proprio nei giorni del suo ricovero, aveva gli stessi sintomi.

Il figlio Sebastian ha postato su Fb un messaggio: “Papà tieni duro. La tua famiglia e la tua comunità hanno bisogno di te”.

Nelle linee guida per la gestione dell’infezione associata a  Clostridium difficile, si legge che “nei pazienti ospedalizzati si stima che il batterio sia più frequente … spesso conseguente ad una terapia antibiotica con chinolonici e può avere una mortalità del 25-30%”.

Inoltre è contagioso: “Per via diretta o indiretta C. difficile contamina l’ambiente: l’ambiente, pertanto, diviene la fonte secondaria dell’infezione. Le spore del batterio, infatti, possono sopravvivere nell’ambiente per più di 70 giorni. Il C. difficile può essere trasmesso da paziente a paziente attraverso il contatto diretto o tramite il contatto con superfici contaminate, attraverso le mani del personale sanitario che ha avuto contatto con persone infette o colonizzate o con superfici ambientali contaminate, oppure attraverso strumentazione contaminata (ad es. endoscopi)”.

Anche la figlia di Giorgio Maulucci interviene. «Certo che ci sono prassi da seguire, ed è stato proprio questo l’errore, ovvero che nonostante ci fosse stato già un caso (isolato solo dopo) nella stanza di mio padre mentre lui era lì dopo essere stato operato e altri 10 nell’ospedale in quegli stessi giorni, nessun medico del reparto ha approfondito gli accertamenti su mio padre – scrive la figlia di Maulucci in un post su Facebook –  che aveva tutti i sintomi del batterio clostridium difficilis che un medico competente dovrebbe riconoscere. Per di più il 118 che viene a casa con infermieri che si prendono la briga di stabilire il codice verde secondo loro, con mio padre moribondo davanti ai loro occhi e si rifiutano di portarlo in ospedale facendoci ricorrere ad un’autoambulanza privata. Tutto questo avrà sicuramente un seguito perchè niente di ciò è normale».

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