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Velletri, torna la Sagra del Carciofo alla Matticella

VELLETRI – La città di Velletri torna a celebrare una delle sue tradizioni più antiche, con una nuova edizione della Sagra del Carciofo alla Matticella, due giorni tutta dedicata ai sapori del carciofo e alla sua coltura, tra le predominanti sul territorio. Si festeggerà quest’anno sabato 7 e domenica 8 maggio, in piazza Cesare Ottaviano Augusto dove sarà possibile degustare carciofi, vini e piatti tipici locali, partecipare a tornei di burraco e ascoltare musica popolare.

La sagra celebra un altro modo, meno conosciuto dei cugini alla romana o alla giudìa, di gustare il carciofo. La preparazione di questo piatto prelibato segue un procedimento particolare, usato da secoli, sembra anche dagli antichi Etruschi. Si cucinano le “mammole romanesche” su un letto di brace di Matticelle, cioè dei sarmenti della vite, che arrivano al loro massimo grado di asciugatura proprio in concomitanza con la completa maturazione del carciofo. Le Matticelle producono una singolare brace molto duratura e profumata che rende questo piatto assolutamente unico, talmente unico da meritare il riconoscimento del Marchio Europeo di Specialità Tradizionale Garantita, per cui è stato presentato un progetto che verrà esposto nel corso della due giorni, in un convegno che si terrà sabato presso la sala consiliare del Comune di Velletri.

I cultori di questa specialità riferiscono che il modo tradizionale di preparare il piatto è di allestire il fuoco direttamente a terra, magari con il vento di ponente che tiene viva la brace, che in seguito viene distesa in uno strato alto almeno 10 centimetri. Il carciofo, come vuole l’antica tradizione, viene pulito e sbattuto di testa su un piano, così da farlo leggermente aprire e viene poi riempito con sale, trito di mentuccia fresca, foglie d’aglio e olio di oliva extravergine. Quindi i carciofi vengono piantati manualmente all’interno del letto di brace con il gambo rivolto all’ingiù. La cottura procede per circa un ora e, a quel punto, è pronto da gustare, magari sopra una buona bruschetta con olio che esalta il sapore prelibato dell’aroma della vite misto al condimento del carciofo e alla sua essenza stessa.

 

 

 

 

 

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