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SABAUDIA – I Carabinieri hanno controllato più di 1.500 foto di persone scomparse per cercare di identificare il cadavere dell’uomo trovato ieri nelle acqua del lago di Paola da alcuni atleti delle fiamme Gialle, ma finora non è stato trovato nessun riscontro. Neanche il rilevamento delle impronte digitali ha portato a qualche risultato, dunque l’uomo non era un pregiudicato. Inoltre nessuno si è fatto vivo neanche per visionare il corpo che appartiene ad un cittadino bianco, di stazza robusta e con i capelli grigi.
I militari in queste ore stanno lavorando su diversi fronti e non è ancora esclusa l’ipotesi del suicidio, anche se l’ipotesi dell’omicidio si fa sempre più strada. Per completezza è stato anche effettuato l’esame Stub per la rilevazione dei residui di polvere da sparo, ma il corpo è stato in acqua per troppe ore e dunque difficilmente da qui arriveranno novità. Intanto l’autopsia eseguita dal medico legale Saverio Potenza, ha chiarito che il foro sulla tempia destra è stato causato da un’arma di grosso calibro. Ricordiamo che attorno al tronco, al momento del ritrovamento, c’erano due cinture di piombi da sub di quelli utilizzati per le immersioni, un modo forse per far affondare il corpo già privo di vita. Tutto farebbe pensare ad un’esecuzione: il colpo sparato in testa, poi il cadavere gettato nel lago perché sparisse, portato a fondo dai pesi.
Intanto questa mattina sono entrati in azione anche i sommozzatori dell’Arma con il compito di perlustrare i fondali alla ricerca di tracce utili. I sub hanno ispezionato lo specchio d’acqua per verificare che il lago non nasconda anche l’arma che ha sparato.
Sul caso indagano i carabinieri coordinati dal pm Raffaella Falcione: l’identificazione del corpo resta ad oggi la prima mossa.
