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operazione della Guardia di Finanza

Latina, cooperative-staffetta per rubare milioni di euro allo Stato: 9 in carcere, 9 ai domiciliari

L'inchiesta su un giro di false fatturazioni coinvolge anche 6 commercialisti di Aprilia e Cisterna

LATINA – “Sistemi di questa portata distruggono l’economia, sono devastanti per tutti”. Il colonnello Michele Bosco, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Latina, riassume così il vorticoso giro di false fatturazioni scoperto dalla Tenenza di Aprilia che ha portato oggi all’esecuzione di 18 misure cautelari eseguite nella notte (nove in carcere e altrettante ai domiciliari) e al sequestro di beni per 15 milioni di euro nell’operazione Superjob coordinata dai sostituti procuratori Spinelli e Bontempo.

Un’inchiesta che ha fatto luce su “un dedalo di società cooperative”, che operavano a orologeria: due anni circa era la durata necessaria per maturare attraverso false fatturazioni un credito Iva corposo, per poi sparire lasciandolo in dote alla successiva  che compensava così la quasi totalità dei debiti di natura tributaria e previdenziale. Una staffetta criminale che gli investigatori guidati dal maggiore Calimero e dal tenente Panico, hanno prima intuito, poi monitorato e studiato nei dettagli, quindi smascherato, scoprendo e arrestando anche un collega accusato di aver preso soldi in cambio di informazioni.

“Un’associazione  per delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali, tributari e contro la pubblica amministrazione – ha spiegato il Procuratore Andrea de Gasperis – che operava ad Aprilia grazie a cooperative di facchinaggio utilizzate per ottenere indebiti rimborsi Iva derivanti dall’emissione di fatture per operazioni in realtà inesistenti”.

I numeri sono impressionanti: oltre 90 milioni di fatture false, evasione per 20 milioni di euro di imposte e 7 milioni di Iva riscossa indebitamente. Così lo Stato si impoverisce a vantaggio di pochi, e l’economia è alterata da una concorrenza che può permettersi sostanzialmente di non pagare i costi del personale.

Facevano parte del sistema “che ha consentito di fornire manodopera a prezzi concorrenziali ai propri clienti  e di generare fondi neri derivanti dalle imposte evase”, un imprenditore locale, sei commercialisti di Aprilia e Cisterna, un consulente a Londra, dove finivano i soldi, e diversi prestanome usati per le 20 coop costituite nel tempo.

Nel corso delle indagini realizzate anche con intercettazioni e pedinamenti è emerso anche il coinvolgimento di un funzionario dell’Agenzia delle Entrate.

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