SABAUDIA – Per tutelare, gestire e fruire al meglio il Lago di Paola nel rispetto della sostenibilità ambientale, è necessario che enti e privati firmino un Contratto di Lago. La proposta arriva da Andrea Bazuro, amministratore del bacino lacustre per conto della proprietà Scalfati. Un passo ulteriore del percorso partecipato avviato a partire dallo scorso autunno con l’intento di “trovare le soluzioni idonee ad un miglioramento complessivo delle condizioni ambientali del Lago di Paola e alla valorizzazione del bacino come risorsa per tutta la comunità locale”.
E’ stata la Regione Lazio, nelle scorse settimane, a manifestare – spiega Bazuro – “l’interesse dell’ente a supportare tale processo” sulla scia di analoghi processi che stanno riguardando altri fiumi e laghi regionali. Detto fatto.
Gli step sono indicati nel Manifesto d’intenti sottoposto ora all’attenzione dei Comuni di Sabaudia e San Felice Circeo, della Provincia, del Parco del Circeo, degli eredi Scalfati e ancora del Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino, delle società che gestiscono attività sullo specchio lacustre e di Legambiente. (qui allegato MANIFESTO DI INTENTI LAGO DI PAOLA)
Lo stesso documento individua i passi da compiere per arrivare alla firma del contratto di lago a partire dalla costituzione di un comitato promotore, di una Segreteria Tecnica Scientifica, di una Cabina di Regia con ruolo esecutivo e di un’Assemblea con ruolo consultivo/deliberativo per avviare un percorso partecipato che includa tutti gli attori interessati e che porti alla redazione di un piano strategico prima e di un piano d’azione poi.
L’Ente più adatto a guidare il percorso dal punto di vista organizzativo è il Parco Nazionale del Circeo anche se è opportuno che “ogni soggetto firmatario si faccia promotore del processo, sensibilizzando e coinvolgendo soggetti e altri portatori di interesse del territorio e dia il proprio attivo contributo all’attivazione e realizzazione del Contratto”.
Il contratto di Lago viene individuato nella bozza in visione agli enti come lo strumento più adatto per la “tutela e il miglioramento della qualità delle acque, la protezione e tutela degli ambienti naturali e della biodiversità autoctona, difesa del suolo, mitigazione del pericolo e del rischio idraulico, tutela del paesaggio e delle bellezze naturali, condivisione delle modalità di gestione, fruizione e uso compatibile degli ambiti lacuali, risoluzione problematiche e criticità, educazione e promozione territoriale”.