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la frase: Per una moda che ti veste ce n'è una che ti spoglia

Striscione di Casapound contro Karibù. La coop: “Incontriamoci e parliamo”

Liliane Murekatete: "Qui lavorano 150 famiglie italiane, non capisco il senso di questo attacco"

LATINA – “Per una moda che ti veste ce n’è una che ti spoglia”. E’ condensato in una frase scritta su uno striscione, l’attacco di CasaPound alla Karibù: “E’ ripreso da un testo del cantautore Massimo Morsello e in questo caso si fa chiaramente  riferimento – spiegano i promotori della formazione politica di estrema destra  che da anni occupa lo stabile ex Enel a Latina –  alla nuova iniziativa fashion di una delle cooperative più coinvolte nell’affare dei richiedenti asilo”.  Un “affare” che riguarda anche 150 famiglie italiane che in provincia di Latina lavorano per la cooperativa sociale, come fa notare  Liliane Murekatete, presidente della coop, cittadina italiana di origini rwandesi. “Noi non spogliamo nessuno, anzi”, puntualizza subito.

“Non capisco il senso di quella frase – dice Liliane con la sua voce pacata – e poi non capisco il perché di un’azione notturna. Mi piace parlare a viso aperto e credo nel dialogo. Mi rivolgo agli esponenti di Casapound per invitarli a venire qui a parlare con noi, ad aiutarci a migliorare la società in cui viviamo tutti, una cosa che considero mio preciso dovere”.

Voce pacata a parte, però, Liliane è tutt’altro che serena. L’azione nel cuore della notte, suona come una minaccia ed è accompagnata da un attacco anche personale: “Siamo ancora una volta lo specchio della vostra cattiva coscienza – scrive Casapound – di fronte ad iniziative del genere, sponsorizzate su facebook da foto piene di marche costose utilizzate dalla presidente e da riferimenti culturali vuoti siamo ad attaccare questa cooperativa che riesce in un colpo solo a coniugare il più spregevole consumismo con un business di finta solidarietà”.

“Non prendo soldi da questa coop, ma ho avuto una vita precedente nella quale ho lavorato e mi sono potuta permettere abiti firmati. Siccome sono una donna di colore, non li posso indossare? Mi si accusa di averli comprati con i soldi della cooperativa? Non è così, vengano a vedere gli scontrini”.

Una cosa è certa, a parte l’amaro, Liliane Murekatete non annullerà la sfilata del 1 giugno in Piazza del Popolo per presentare  K Mare, la collezione di costumi, parei e kaftani prodotti artigianalmente dai rifugiati: “Non ho fatto nulla di sbagliato e quindi non indietreggio di un passo. Devo anche tutelare le persone che sono ospiti di questa struttura e quindi presenterò un esposto alle Forze dell’Ordine perché valutino quanto accaduto. Per il resto il mio invito è sempre valido: vengano a parlare con noi, siamo per un dialogo costruttivo. Uno striscione notturno non lo è”.

Il Comune di Latina in una nota ha espresso solidarietà alla Coop. 

ASCOLTA LILIANE MUREKATETE

 

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