LATINA – Gli fanno i complimenti per il suo inglese, ma lui sostiene di essere solo avvantaggiato dal fatto che gli altri italiani sono mediamente un disastro con le lingue. Mastica anche francese e spagnolo, ma non nega che la sera, a causa di quella Babele, arriva distrutto e si concede una corsetta defaticante per i viali ampi della capitale del Belgio. Si autodefinisce “secchione”: “Per essere all’altezza della situazione qui, devi studiare, non ci si improvvisa e io sto studiando tanto”, confessa.
Così, tra un aereo per Bruxelles dove vive tre giorni alla settimana per tre settimane al mese, e tre giorni a Strasburgo dove non c’è volo diretto e quindi il viaggio da Terracina dura 12 ore esatte, l’europarlamentare pontino Nicola Procaccini si racconta. C’è di certo l’entusiasmo di aver raggiunto un importante traguardo e la responsabilità del compito che gli è stato affidato; c’è il lavoro nelle due commissioni Affari Interni e Agricoltura, e poi le riunioni di gruppo e intergruppo e gli incontri con le lobby.
“Sono Europeista convinto”, assicura criticando però “il furore ideologico” che – dice – si respira nel Parlamento europeo: “Sull’immigrazione per esempio, vorrei far capire che ci sono approcci diversi, non ci sono i buoni e i cattivi. E’ l’aspetto che mi ha più amareggiato, ma anche quello che di recente mi ha dato più soddisfazioni”.
A Terracina chi lo incontra ha l’imbarazzo della scelta, sindaco, assessore, europarlamentare: “Preferisco bomber è il mio ruolo quando gioco a calcio”. Il perché e come si sta a Bruxelles lo spiega in questa chiacchierata in radio.