LATINA – Si è spento dopo un lungo periodo trascorso in terapia intensiva al Pertini di Roma, Marco Sacchi, primario chirurgo all’ospedale di Latina dal 2000 e fino a pochi mesi fa, quando aveva lasciato per andare in pensione. Avrebbe compiuto a settembre 70 anni. Conosciutissimo, era arrivato alla Asl di Latina pensando di restare pochi anni, sistemare le cose, fare un po’ di esperienza da direttore e poi tornare, più forte, nella sua Roma. Non è mai più andato via.
Molte persone, colleghi e pazienti, nei 22 anni trascorsi al Goretti, hanno imparato a volergli bene e ad apprezzare il suo impegno che non conosceva orari. Licia Pastore, amica comune che oggi lo piange, mi ha detto con un filo di voce: “Mi ha salvato la vita”.
Era dissacrante, Marco Sacchi, ironico, “piacione”, era tutto tutto questo, ma prima di tutto era un bravo professionista, sempre pronto a fare il suo lavoro. Deluso per il depotenziamento delle strutture ospedaliere, non aveva mancato di denunciare senza mezzi termini “il disastro in cui la sanità pubblica è piombata dal punto di vista delle risorse strutturali e umane” e molto prima del covid, aveva avuto la lucidità di comprendere l’importanza della multidisciplinarietà e della collaborazione intraospedaliera.
Se n’è andato oggi, tradito dal cuore malandato. Forse stare lontano dal tavolo operatorio gli è risultato più pesante del previsto.
I funerali saranno celebrati domattina alle 10 nella chiesa di Santa Paola Romana a Roma.
